Al via il Festival internazionale di danza contemporanea LE DANZATRICI en plein air 2025
LE DANZATRICI en plein air 2025 Primo fine settimana di programmazione Al via giovedì 5 giugno a Ruvo di Puglia la 5^ edizione del Festival internazionale di Danza Contemporanea organizzato dalla Compagnia Menhir. Due giornate, dieci appuntamenti tra spettacoli, performance e gli immancabili dialoghi del giovedì. Grande attesa per coreografo fiorentino tre volte premio UBU Virgilio Sieni e per la prima nazionale di Punti di conTatto, co-prodotto da Balletto Teatro di Torino e LE DANZATRICI en plein air 2025 Primo fine settimana: giovedì 5 giugno – sabato 7 giugno, Ruvo di Puglia

Prende ufficialmente il via, giovedì 5 giugno, la programmazione de LE DANZATRICI en plein air, il festival di danza contemporanea dedicato al celebre affresco tombale “Le danzatrici di Ruvo di Puglia”, al patrimonio materiale e immateriale archeologico e alle comunità del territorio, giunto alla sua quinta edizione.
Una quinta edizione caratterizzata dalla novità della co-direzione artistica di Giulio De Leo ed Erika Guastamacchia, realizzata con il sostegno di Ministero della Cultura (FNSV 2025-27), della Regione Puglia, del Comune di Ruvo di Puglia e in collaborazione con Puglia Culture e che prevede più di 50 appuntamenti tra cui 32 performance, 3 anteprime nazionali e ben 13 prime nazionali.
E ancora, circa 100 artisti e 20 compagnieprovenienti da tutta Italia ma anche da Olanda, Lussemburgo e Armenia, paese a cui è dedicato un intero Focus Culture.
Il primo fine settimana si apre, giovedì 5 giugno alle ore 10 nella Sala Carrante della Scuola Bovio di Ruvo di Puglia con OBEY#Logos – studio, prodotto da Sosta Palmizi, Cuenca/Lauro e KRASS, di e con Elisabetta e Amedeo Monda. #Logos è parte del più ampio progetto OBEY, che indaga la dimensione del femminile e il tema della disobbedienza.
Nello specifico, si concentra sulla diatriba tra logos e pathos, le due forze dell’animo umano che per il pensiero greco vivono in opposizione. il logos, tradotto come “ragione, proporzione”, è il principio regolatore di ogni cosa e assume anche il significato di sapienza divina, il pathos invece coincide con la nostra parte più terrena ed emotiva, e ci allontana dal divino rendendoci…più umani?
Partendo dal concetto cardine che è “la disobbedienza”, #Logos si interroga su quali siano le coordinate sulle quali abbiamo scelto di imbastire la nostra esistenza e se possano davvero esprimere il nostro totale potenziale umano, che è invero fatto di opposti.
Nella stessa giornata, alle ore 19, nell’Atrio dell’Ex Convento dei Domenicani, grande attesa per il coreografo fiorentino Virgilio Sieni, tre volte premio UBU, direttore della Biennale Danza di Venezia dal 2013 al 2016 e premio Danza&Danza2024, che presenta al pubblico il suo spettacolo Sonate Bach prodotto da Compagnia Virgilio Sieni e Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni.
Il lavoro nasce nel 2006 come riflessione sulle atroci tragedie che si abbattevano sui civili nelle guerre di quei decenni. Tutt’oggi la storia perpetua questo flagello e la ripresa di Sonate Bach assume la forma di una cerimonia che destina il tempo della danza nelle declinazioni del dono e della compassione.
Sono 11 coreografie che deflagrano nel gesto del dolore e della pittura e ci rammentano altrettanti avvenimenti tragici accaduti nei conflitti recenti: Sarajevo, Kigali in Rwanda, Srebrenica, Tel Aviv, Jenin, Baghdad, Istanbul, Beslan, Gaza, Bentalha, Kabul.
11 date emblematiche raccolte intorno agli 11 brani che compongono le tre Sonate di Johann Sebastian Bach.
Centinaia di fotografi e tratte dagli archivi dei reporter di guerra hanno fornito i fotogrammi drammatici che compongono la partitura di una coreografia che assimila quelle posture, fotografi e di corpi che si diluiscono attraversando la dinamica e la fi gura, cercando un approccio irrisolvibile all’orrore.
La danza qui afferma lo sforzo di evocare da queste macerie di esistenza una bellezza impossibile e paradossale, da cesellare con lo strumento etico e politico per eccellenza: il gesto.
L’attenzione torna alla questione del corpo, al suo significato, alla sua complessità e attualità.
Come ci indica Susan Sontag nel suo testo Davanti al dolore degli altri, la sola risposta che si off re è ancora quella rivolta allo sguardo del pittore del Trecento: la sublimazione della tragedia nella trasfigurazione artistica senza commento, che coinvolge insieme l’umano e il sacro, il singolare e l’universale.
Le 11 danze che si succedono hanno l’aspetto di ballate; allo stesso tempo sono una continua dedica in memoria, riferita agli eventi che segnano iconograficamente il tessuto coreografico.
Sabato 7 giugno la giornata di programmazione si apre alle ore 11 nel Museo Archeologico Nazionale Jatta con la prima nazionale di Punti di conTatto, co-prodotto da Balletto Teatro di Torino e LE DANZATRICI en plein air 2025.
Seguiranno due repliche dello spettacolo, alle 12 e alle 12.30, in Piazza Dante, nell’ambito di eventi speciali Puglia Culture che avranno luogo all’aperto, tra la comunità di Ruvo di Puglia.
In Punti di conTatto, quattro solitudini si muovono in una ricerca intima e profonda. Ogni spazio plasma il movimento dei corpi, influenzando ritmo, intensità e direzione.
La danza nasce dal dialogo con l’architettura dei luoghi: le superfici diventano mappe, le linee guida, gli ostacoli e opportunità di trasformazione. In un percorso di mappatura degli spazi, i danzatori e le danzatrici esplorano i confini tra isolamento e connessione, fi no a convergere in un punto finale di incontro.
Qui, le quattro solitudini si fondono, cercando nuove possibilità di relazione attraverso il linguaggio universale del corpo, plasmato dal luogo ma libero di reinventarsi. Un viaggio tra spazio, movimento e umanità che interroga la nostra capacità di abitare il mondo e, al contempo, di incontrare l’altro.
La programmazione riprenderà in serata alle ore 19 nell’Atrio dell’ex Convento dei Domenicani con OBEY#Segni di Elisabetta Lauro, prodotto da Krass. #Segni si inserisce in un ampio progetto dal titolo OBEY che indaga la dimensione del Femminile e il tema della disobbedienza.
Il laboratorio eredita da OBEY la riflessione sui termini ordine, regole e schema, e porta l’attenzione sul concetto di segno. Il segno, esaltazione della sintesi, conciso e incisivo, non necessita di analisi ed è facilmente assimilabile.
Lo si comprende e lo si diff onde senza grande sforzo, e in un mondo come il nostro dove tutto viaggia veloce, è un valido alleato a cui affidarsi.
Sparisce il soggetto, sparisce l’oggetto, spariscono i congiuntivi, le frasi secondarie e la punteggiatura. Sparisce anche il pensiero articolato e la comunicazione complessa, così come il dubbio e la riflessione. A dominare è l’imperativo che facendosi segno ci esorta all’azione. Immediata.
A seguire, ore 19.15, andrà in scena Gesti Eroici di Erika Guastamacchia, prodotto dalla Compagnia Menhir (evento speciale Puglia Culture). Un viaggio che porta alla scoperta del proprio super potere, della propria capacità di resilienza. Il supereroe è l’archetipo del proprio viaggio interiore personale.
Questa fi gura, simbolo di un cammino di crescita e trasformazione, attraverso le sue prove, difficoltà e sfide, non solo affronta l’oscurità esterna, ma esplora anche le profondità della propria psiche. Immaginarsi invincibili come i supereroi, sfruttando il corpo e la mente, può incrementare le nostre capacità di affrontare le difficoltà quotidiane. Non serve una maschera o un mantello per sentirsi speciali: ognuno di noi ha talenti unici e un potenziale straordinario.
Alle ore 19.30 sarà la volta del Giovane Balletto Mediterraneo con lo spettacolo Winter. In questo spettacolo immagini come vento, resistenza, freddo, lotta, vengono usate come metafora della vita. Per i ballerini ha inoltre un doppio significato.
Loro, giovani fi ori appena nati nel mondo, dovranno affrontare il viaggio della vita con i suoi alti e bassi. Con questi pensieri, è emozionante osservare la loro giovane fisicità e la loro freschezza emotiva, lottare contro qualcosa più grande di loro stessi.
La serata si conclude, poi, alle 19.45, con Dedica al dinamismo di Manfredi Perego, una produzione Balletto Teatro di Torino e Festival MILANoLTRE, coreografie di Manfredi Perego che spiega: “Esiste il dinamismo del corpo e quello emotivo.
L’unione di queste due dimensioni genera un moto fisico che nella mia indagine coreografica è il collante tra fisicità ed emozione.
Dedica al dinamismo non è un quadro che vuole essere puramente fisico, né puramente interpretativo, vuole essere lo scontro incontro/incontro tra questi due colori. Scontro generatore dell’indefinito.
Si creano relazioni e dinamismi coreografi ci che si alternano in un quadro, cambiando della scena sfumature e atmosfere. Dedica al dinamismo è decidere di porsi in un piano totalmente instabile, che ricerca stridori e accordi, incontri dinamici, per vedere quando l’epidermide crea calore oppure tempesta”.
Al via, inoltre, a partire da giovedì 5 giugno il ciclo dei Dialoghi del giovedì, incontri tematici dedicati all’archeologia, all’antropologia, all’accessibilità, alla cultura d’impresa culturale, alla ricerca e alla sperimentazione in campo artistico.
Appuntamento alle ore 17 nel Museo Archeologico Nazionale Jatta per il primo incontro dal titolo “Archeologia e Danza”, in compagnia di Virgilio Sieni, coreografo e direttore del Centro Nazionale di Produzione della Danza Virgilio Sieni di Firenze e Claudia Lucchese, Funzionario Archeologo, Direttrice Museo Jatta.
Ingresso libero per un numero massimo di 30 persone, con prenotazione obbligatoria al numero 345.355.50.45 o tramite l’invio di una email a [email protected]
Divenuto ormai evento ricorrente dell’estate ruvese e caposaldo della programmazione artistico-culturale dell’intera regione Puglia, LE DANZATRICI en plein air si propone ancora una volta di rappresentare una chiamata a raccolta della comunità intorno all’antico fuoco dell’arte e della danza attraverso spettacoli, performance, laboratori ed eventi collaterali, affinché nel corpo si torni a riconoscere uno strumento inalienabile di identità, educazione, coesione e rinascita. Il tutto a partire dal celebre affresco tombale “Le danzatrici di Ruvo di Puglia”, opera rinvenuta nella cittadina pugliese nel 1833 e conservata oggi nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
La suggestione che ha ispirato l’intitolazione del festival è quella di riportare in vita le protagoniste dell’affresco, permettendo loro di danzare libere negli spazi urbani e di ricongiungere così attraverso la danza passato, presente e futuro.
A partire da questa suggestione, il festival intende aprire una riflessione sul tema dell’archeologia della danza: una vera e propria indagine antropologica sull’origine del gesto, sulle stratificazioni e sedimentazioni di memorie, retaggi culturali ed esperienze personali e collettive che lo modellano.
La dicitura en plein air non indica soltanto la mera collocazione delle performance o di altre attività della rassegna in spazi non convenzionali all’aperto, ma insiste sulla dimensione di apertura al territorio e di dialogo con le comunità, le architetture, gli spazi pubblici e la luce naturale.
L’intento è quello di portare la danza nella città e negli spazi dei musei, per creare cortocircuiti sociali e culturali, innovare la fruizione culturale del territorio, intercettare fasce di pubblico sempre nuove e attrarre nuovi flussi legati al turismo culturale e consapevole.
E dunque, ad ospitare il Festival gli spazi dell’ex Convento dei Domenicani di Ruvo di Puglia, la sala conferenze del Museo del libro-Casa della Cultura, gli spazi esterni e il grottone del Museo Archeologico Nazionale Jatta,corsi piazze e angoli del nucleo antico.
All’interno della programmazione, grande attenzione, come di consueto, alla promozione dell’accessibilità nei confronti di persone e artisti con disabilità.
In questa direzione si muove la produzione Paso Doble di Versiliadanza, di Camilla Guarino e Giulia Campolmi ospitata nell’ambito della seconda settimana di programmazione.
Protagonisti del lavoro Bryan, ragazzo ecuadoriano ipovedente amante di Michael Jackson e Sara, danzatrice con la passione per tutto ciò che è movimento.
Paso Doble sperimenterà così, insieme al pubblico, piani che si moltiplicano ispirati a “L’arte di Vedere” di Aldous Huxley in cui l’autore colpito fin da giovane da una grave diminuzione della vista raccoglie pratiche ed esercizi mirati a migliorare la funzione dell’occhio.
E, ancora, un festival che mantiene uno sguardo attento ai temi del ricambio generazionale e della valorizzazione dei talenti emergenti, a cui sono dedicate le sezioni Scavi, fucina di produzione di artisti under35, Mitologie, che presenta nel festival produzioni già attive e Giacimenti, che accoglie gli autori selezionati nei progetti di alta formazione partner di GIACIMENTI – rete italiana per l’emersione dei giovani talenti coordinata da Menhir/LE DANZATRICI en plein air in partnership con Conformazioni Festival di Palermo, HangartFest di Pesaro, Progetto Da.Re. Dance Research di Roma, Modem Pro/CZD/Scenario Pubblico di Catania, Alta Formazione/ Compagnia Arearea di Udine.
Biglietti
€6,00/serale €3,00/matinée
info e prenotazioni telefoniche
Giulia Gaudimundo
+39 345 355 5045 – [email protected]