CRONACA

Rinnovabili: in Basilicata individuate 51 “zone accelerazione”

Sono 51 per un’estensione di 3.597 ettari, individuate in Basilicata, le zone di accelerazione, aree in cui impianti di produzione rinnovabile e accumuli energetici possono beneficiare di misure di semplificazione avanzata.

A conferma che tutto il Sud è fortemente interessato alle rinnovabili in Campania sono 235 per 12.500 ha, in Calabria 120 per 6.224 ha, in Puglia 216 per 17.000 ha.

A riferirlo è il Gruppo Cestari che si occupa nello specifico di progetti energetici. Nei giorni scorsi sono arrivati online due nuovi strumenti per la pianificazione delle rinnovabili: la Piattaforma delle Aree Idonee e la mappa delle zone di accelerazione, entrambe a disposizione sul portale del Gestore dei Servizi Energetici.

Si tratta, in sostanza, di strumenti concreti, innovativi e trasparenti, messi a disposizione di Regioni e operatori per pianificare in modo efficiente lo sviluppo delle fonti rinnovabili, nel rispetto del territorio e delle comunità locali

La Piattaforma delle Aree Idonee (PAI), in versione pubblica, è il nuovo strumento digitale per sostenere Regioni e Province Autonome nella pianificazione territoriale legata allo sviluppo delle fonti rinnovabili: basata su una prima mappatura del potenziale nazionale, consente di individuare le aree potenzialmente disponibili per l’installazione di nuovi impianti a fonti rinnovabili.

Le zone di accelerazione, invece, previste dalla direttiva REDIII, devono essere individuate dai Piani regionali sulla base della mappatura fatta dal GSE. Le regioni hanno tempo 30 giorni, dalla data di pubblicazione della mappa, per segnalare eventuali disallineamenti cartografici. Il termine del 31 agosto 2025 per presentare per proposte di Piano per la VAS serve per rispettare il termine di conclusione del procedimento di adozione del documento finale, fissato al 21 febbraio 2026. Traguardi fissati dal Pnrr e quindi molto rigidi.

Sono previste le seguenti semplificazioni:
a) Le procedure di rilascio delle autorizzazioni nelle zone di accelerazione non devono durare più di 12 mesi per i progetti in materia di energia rinnovabile. Tale limite è innalzato a due anni nel caso di progetti in materia di energie rinnovabili off-shore. Gli Stati hanno altresì la possibilità di prorogare tali termini di sei mesi in ragione di giustificate circostanze straordinarie.
b) I termini sono ulteriormente ridotti a sei mesi in caso di procedure di revisione della potenza degli impianti a FER o per i nuovi impianti di potenza elettrica inferiore a 150 kW. II termine è innalzato a 12 mesi nel caso in cui progetti riguardino I’energia eolica off-shore, anche in questo caso gli Stati
possono prorogare tali termini rispettivamente di tre e sei mesi in ragione di giustificate circostanze straordinarie.

I dati aggiornati dal Gse a  marzo scorso sulle Cer (Comunità energetiche rinnovabili) sono poco incoraggianti, considerando che il Mezzogiorno ospita solo il 30% di questa realtà, con le sue 62 Cer attive, 84 impianti collegati per una potenza di 5,9 MW e 494 utenze servite.

Così Marisol Cestari, legale rappresentante della CER Moliterno “Energia del Sole”, dirigente del Gruppo Cestari, che attraverso proprie società specializzate in Italia e all’estero opera, con base operativa a Moliterno, nel settore della produzione elettrica da fonti rinnovabili, realizzando impianti ecocompatibili e valutando gli impatti ambientali e sociali connessi all’implementazione di tecnologie alimentate da fonti alternative di energia, impegnato a promuovere le Cer soprattutto al Sud.

Adesso con i nuovi strumenti disponibili – aggiunge – si punta ad accrescere Cer e rinnovabili in tutto il Mezzogiorno.

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