Cia-Agricoltori: 𝙡𝙖 𝙐𝙚 𝙙𝙚𝙫𝙚 𝙖𝙨𝙘𝙤𝙡𝙩𝙖𝙧𝙚 𝙜𝙡𝙞 𝙖𝙜𝙧𝙞𝙘𝙤𝙡𝙩𝙤𝙧𝙞

La PAC attualmente in vigore ha complicato la vita agli agricoltori, quella che verrà, per essere più vicina a chi produce, dovrà riservare all’agricoltura le risorse adeguate a rilanciare un comparto che vive una crisi profonda, soprattutto per alcuni settori come la cerealicoltura.
E’ il “messaggio” della Cia-Agricoltori lanciato da Foggia in una manifestazione nell’auditorium della Camera di Commercio di Foggia, con gli interventi di Cristiano Fini, presidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani, e di una delegazione della Cia di Potenza guidata dal presidente Giambattista Lorusso e Donato Distefano. Oltre che della PAC che verrà, entrando nel merito delle proposte che CIA Agricoltori Italiani sta sostenendo in sede europea, si è discusso anche di redditività, dei prezzi al ribasso accordati ai produttori, di crisi idrica e cambio climatico.
“L’agricoltura va rimessa al centro delle politiche nazionali ed europee, concretamente”, ha detto Gennaro Sicolo, presidente di CIA Puglia e vicepresidente nazionale. “Il crollo del prezzo del grano sta mettendo a rischio centinaia di aziende agricole. Lungo la filiera c’è chi ci specula e si accaparra più del 90% del valore che viene prodotto dalla terra e dal sudore degli agricoltori. Questo non è accettabile e la nostra battaglia continuerà con forza per stabilire condizioni di reciprocità sui mercati internazionali e la piena, totale e certificata tracciabilità del grano che stabilisca una differenza reale tra quello che viene prodotto in Italia e ciò che viene spacciato per italiano pur provenendo da ogni parte del mondo”.
Cristiano Fini, presidente nazionale di Cia: “La Pac resti indipendente, siamo contrari a ogni ipotesi di ricollocamento dei finanziamenti Ue in un Fondo unico”. Fini ha ribadito la necessità di mantenere fondi specifici al settore agricolo per continuare a difendere la sovranità alimentare del continente in un momento di grandi tensioni e incertezze a livello globale.
Per Giambattista Lorusso (Cia Potenza) che è intervenuto: “Da regioni del Sud, Puglia e Basilicata, in direzione Ue, è partito il grido d’allarme degli agricoltori sulla programmazione della prossima Pac: le misure europee di sviluppo per l’agricoltura rischiano tagli considerevoli, tali da compromettere le necessità di un rilancio di un comparto in grave sofferenza a causa dell’aumento dei costi di produzione, della crescente incidenza di siccità e calamità causate dai cambiamenti climatici, e di una diffusa concorrenza sleale dei Paesi extraeuropei che producono secondo regole e standard completamente differenti da quelli in vigore per i produttori del Vecchio Continente. La principale sfida rimane quella di conseguire redditi sufficienti a garantire uno standard di vita dignitoso alle famiglie agricole”. Nei giorni scorsi Agea ha diffuso dei dati sul sostegno accoppiato per il frumento duro che sorprendono e lasciano perplessi, perché nel 2024 c’è stato un crollo del numero delle domande e degli ettari richiesti a premio. La situazione è la seguente: nel 2024 ci sono state 43.500 domande a fronte di 95.000 dell’anno precedente, con una riduzione del 54%; gli ettari richiesti a premio sono passati da 825.000 a 489.000 ettari, con una riduzione del 41%; di conseguenza i produttori italiani di frumento duro hanno utilizzato soltanto 50 milioni di euro del plafond finanziario disponibile, lasciando inutilizzati ben 31 milioni di euro.
Anna Rufolo, responsabile per le Politiche Comunitarie e coordinatrice del settore economico di Cia, ha evidenziato quanto sia fondamentale che la Commissione preveda un meccanismo automatico che consenta di adeguare in tempo reale le dotazioni finanziarie in base ai tassi di inflazione effettivamente osservati, anziché a quelli previsti.
Sicolo, poi, si è soffermato sulle sperequazioni che danneggiano soprattutto il Sud Italia: “C’è un forte elemento di preoccupazione emerso in questi giorni con la presentazione delle proposte del pacchetto di semplificazione della PAC da parte della Commissione: uno dei passaggi più importanti riguarda la revisione del sistema della gestione del rischio in agricoltura, con nuove regole per la riserva di crisi e per il fondo mutualistico catastrofale (Agricat). La bozza di regolamento consente agli Stati membri di istituire due nuovi pagamenti di crisi, con compensazioni maggiorate a favore delle imprese che si assicurano. Come è ben noto a tutti, il ricorso alle assicurazioni e ai fondi mutualistici è piuttosto diffuso nelle regioni del Nord Italia e meno frequente nel Sud. La dotazione finanziaria disponibile per la gestione del rischio è pagata pro quota da tutte le Regioni italiane ed è assorbita prevalentemente in poche Regioni del Nord Italia. La nuova Pac -ha aggiunto- deve rafforzare il potere negoziale degli agricoltori e la lotta alle pratiche sleali. Occorre indirizzare il sostegno della Pac a favore di chi produce per il mercato. Serve una semplificazione dei meccanismi”.