POLITICA

La ministra Roccella contestata durante gli Stati Generali della Natalità

Appena ha preso la parola un gruppo di studenti ha alzato cartelli con la scritta 'Decido io'

Contestazioni agli Stati Generali della Natalità quando la minista per la Famiglia Eugenia Roccella ha preso la parola e in platea sono stati alzati dei cartelli che formavano la scritta: “Decido io”.

Meloni, dispiaciuta da contestazioni, solidarietà a Roccella – “Mi è dispiaciuto, solidarietà al ministro”.

Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni lasciando il Senato a proposito delle contestazioni alla ministra della Famiglia Eugenia Roccella. Lo spettacolo andato in scena questa mattina è ignobile. Ancora una volta è stato impedito ad un Ministro di intervenire e di esprimere le proprie idee”.

Lo denuncia la premier Giorgia Meloni. “Responsabile – sottolinea – è un gruppo di contestatori che si riempiono la bocca delle parole libertà, rispetto e autodeterminazione delle donne, ma poi amano la censura e impediscono ad una donna di parlare perché non ne condividono le idee.

Mi auguro che tutte le forze politiche abbiano il coraggio di esprimere solidarietà e di condannare, senza se e senza ma. È ora di dire basta”.

A contestare la ministra è stato un gruppo di studenti. Non appena la Roccella ha preso la parola sono partiti i fischi e cominciate le urla che hanno impedito che svolgesse il suo intervento.

A quel punto la Roccella rivolta ai manifestanti ha preso il microfono e ha detto: “Ragazzi ma noi siamo d’accordo, ma nessuno ha detto che qualcun altro decide sul corpo delle donne, proprio nessuno”. Ma la contestazione è proseguita.

Una delle manifestanti ha parlato brevemente al microfono, ma poi è stata interrotta dall’organizzatore Gigi De Palo dicendo: “Questo però è un monologo”.

Quindi mentre la contestazione proseguiva proprio De Palo ha deciso di dare la parola ad altri ospiti, posticipando l’intervento della Roccella che ha abbandonato prima il palco e poi l’Auditorium. I lavori stanno proseguendo ma in sala la situazione non è ancora tornata alla normalità.

“Sono certa che la segretaria del Pd Elly Schlein, tutta la sinistra, gli intellettuali – Antonio Scurati, Roberto Saviano, Nicola Lagioia, Chiara Valerio, ecc. -, la ‘grande stampa’ e la ‘stampa militante’ che abbiamo visto in queste ore mobilitata in altre sedi, avranno parole inequivocabili di solidarietà nei miei confronti dopo l’atto di censura che mi ha impedito di parlare agli Stati generali organizzati dalla Fondazione per la Natalità per svolgere il mio intervento e anche per rispondere ai contestatori-censori e interloquire con loro”. Così la ministra per la Famiglia e la Natalità Eugenia Roccella in un post su Fb.

“Ho scelto questa mattina di lasciare gli Stati generali della Natalità per consentire alle persone che erano sul palco con me, una mamma incinta di otto mesi che portava la sua testimonianza e il presidente del Forum delle famiglie Adriano Bordignon, di poter parlare senza subire la mia stessa sorte di censura.

E invece neanche questo è stato sufficiente: io ho lasciato il palco ma anche alla mamma (sommersa dai fischi) e a Bordignon è stato impedito di parlare tranquillamente.

Tanto è vero che l’evento è stato sospeso. Questa è la dimostrazione che non si è trattato soltanto di una censura verso di me o verso il governo, ma di una profonda ostilità verso la maternità e la paternità, verso chi decide di mettere al mondo un figlio, esercitando la propria libertà e senza nulla togliere alla libertà altrui, ma contribuendo a dare un futuro alla nostra società.

Insomma quello che si contesta, alla fine, è la maternità come libera scelta”. Lo afferma, in una nota, Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari opportunità.

“Abbiamo voluto contestare questo Governo e la sua cultura patriarcale. Oggi la Roccella ha detto che nessuno ci stava impedendo la nostra libertà, ma è stata sempre lei a dire che ‘l’aborto purtroppo è un diritto. Ma contestiamo anche l’impostazione del convegno’.

A parlare è una delle studentesse del collettivo Aracne che stamani ha contestato la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella agli Stati Generali della Natalità all’interno dell’Auditurium della Conciliazione a Roma al grido di “Ma quale Stato, quale Dio, sul mio corpo decido io” ed ancora: “Fuori i Pro Vita dai consultori”.

“Valditara – racconta la studentessa siciliana – ha mandato una circolare a tutti gli studenti per invitarli a partecipare ad un convegno del genere. Noi contestiamo in generale il convegno che ha una linea indirizzata a far pensare alle donne che il loro unico obiettivo nella vita è fare figli, a rendere l’aborto impossibile e a mettere i Pro Vita nei consultori”.

“Non vogliamo che il corpo della donna – le fa eco una studentessa romana dello stesso collettivo – venga visto come uno strumento per la riproduzione e non vogliamo che il fine ultimo della donna venga considerato la maternità.

Noi chiediamo nelle scuole educazione sesso- affettiva e la proposta di Valditara di educare alle relazioni non ci soddisferà mai. Chiediamo una pedagogia transformista nelle scuole per formare un altro tipo di società”.

ANSA

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