CRONACA

Tra la Chiesa potentina e la famiglia Claps “la riconciliazione con la curia è impraticabile”

Non si placa la polemica dopo l’intervista del vescovo Ligorio al Corriere della Sera, dallo stesso giornale la risposta del fratello di Elisa. Per Gildo Claps “la riconciliazione con la curia è impraticabile. Solo Papa Francesco potrebbe sanare questa frattura”

 

Ieri l’intervista a monsignor Ligorio che annuncia di voler pubblicare un dossier sulla vicenda della sedicenne potentina.

Oggi la repica del fratello di Elisa. Per Gildo Claps dopo la “rimozione sistematica della verità, con una sequela di menzogne”, quella con il vescovo è una “riconciliazione impraticabile”.

Inaccettabili, poi, le parole del prelato sul ruolo di don Mimì Sabia e la presenza di una targa in sua memoria all’interno della Trinità così come quelle su un ipotetico risarcimento chiesto dalla famiglia Claps.

Tutti punti controbattuti da Gildo che proprio sabato aveva sperato, durante la manifestazione di piazza, di poter abbassare i toni e sanare una volta per tutte una ferita lunga 30 anni.

E sul dossier – dice – “lo aspetto con ansia”. L’unica strada per la riconciliazione – secondo i Claps – passa attraverso l’intervento di Papa Francesco. E a invocarlo ormai sono un po’ tutti. Non solo i potentini.

ECCO L’INTERA INTERVISTA  pubblicata sul Corriere della Sera:

Gildo Claps , fratello di Elisa , si dice amareggiato dopo l’intervista rilasciata al Corriere dall’arcivescovo Salvatore Ligorio. L’alto prelato ha escluso ogni coinvolgimento della Chiesa nell’occultamento del corpo della ragazza, ritrovato nel sottotetto della Trinità, nel 2010, dopo diciassettenne anni dalla scomparsa. Ma si è detto pronto a ricomporre il dialogo con la famiglia Claps.

Volevate un risarcimento per chiudere la storia?
«È vergognosa questa affermazione. La nostra era solo una provocazione, per inchiodare la Chiesa alle sue responsabilità. Non volevamo soldi e non era certo una richiesta di composizione amichevole utile ad evitare strascichi polemici».

E allora?
«Li tranquillizzo. Se hanno timore che nel momento in cui dovessero ammettere le loro responsabilità possano essere chiamati a risarcire, noi non avanzeremo nessuna pretesa economica. Facessero come ho fatto io: ho devoluto per intero il mio compenso per la consulenza alla sceneggiatura della fiction Per Elisa al progetto Il cuore di Elisa nel cuore dell’Africa. Dimostrerebbero finalmente un volto umano e cristiano, visto che fino adesso non sono riusciti a farlo».

In cosa consiste questo progetto?
«Costruiremo insieme all’associazione di volontariato Vis un ambulatorio medico nella Regione di Kivu, per migliorare le condizioni di salute della popolazione di Goma. Intitoleremo la struttura ad Elisa. Era il suo sogno. Lei diceva di voler fare il medico».

Perché le parole dell’arcivescovo Ligorio l’hanno colpita?
«La manifestazione di sabato, con migliaia di ragazzi che hanno sfilato per chiedere ancora una volta verità e giustizia per Elisa, pensavo potesse in qualche modo servire ad abbassare i toni e le polemiche per consentire di sanare una ferita che ha spaccato la città. Invece le parole di Ligorio (Gildo Claps non gli attribuisce nessun titolo, ndr), sono riuscite a sporcare anche la bellezza della piazza».

La famiglia Claps continua ad accusare la Chiesa.
«Hanno combinato un pasticcio con le loro dichiarazioni dopo il ritrovamento del corpo di Elisa. Continuano a costruire muri e fanno un’opera di rimozione sistematica della verità, con una sequela infinita di menzogne».

L’arcivescovo dice che don Marcello Cozzi è schierato apertamente con i Claps e questo complica i rapporti tra la famiglia e la Chiesa potentina.
«Hanno attaccato frontalmente don Marcello che è l’unico volto decente di questa Chiesa che ci ha accompagnato in questi anni. L’unica cosa che avrebbero potuto fare era farlo vescovo. Così avrebbero chiuso questa brutta pagina».

L’arcivescovo ha annunciato che pubblicherà un dossier sulla storia di Elisa.
«Lo aspetto con ansia. Magari lo tirassero fuori. Loro hanno una sola verità assoluta ed è quella che dicono loro. Continuano a difendere don Mimì Sapia: hanno anche affisso una targa dentro la Trinità, mentre per Elisa non c’è un ricordo».

L’amministrazione comunale di Potenza, intanto, ha deciso di intitolare ad Elisa Claps un luogo simbolo del centro storico della città.
«È il minimo che una città civile possa fare».

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