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La Giornata mondiale della voce tra podcast e intelligenza artificiale

“Voci di radici, di nebbia e di pioppi/Che parlano agli argini e che parlano ai matti/Voci nella testa, voci contro il tempo/Che riempiono la vita restando nel silenzio/Voci che non sento più/Voci che sai solo tu/Manca la tua voce, sai” cantava Zucchero qualche anno fa.

Quante emozioni, quanta gioia, quanti ricordi passano attraverso la voce, di cui oggi 16 aprile si celebra la Giornata Mondiale, nata in Brasile nel 1999 con l’obiettivo di incoraggiare le persone a prendersi cura del più importante strumento di comunicazione umana.

Una ricchezza che ci rende unici al mondo, che per alcuni è uno strumento indispensabile di lavoro (dai cantanti agli attori e doppiatori, dagli insegnanti agli speaker radiofonici) e che troppo spesso diamo per scontata e bistrattiamo.

Una ricchezza che oggi ci arriva in forme più tradizione (radio, canzoni, etc) o sorprendentemente moderne (podcast, intelligenza artificiale, etc).

Proprio i podcast, in cui la voce umana è protagonista, continuano a far strage di cuore e, rispetto a un anno fa, sono proprio gli ascoltabili a puntate i prodotti editoriali che crescono di più.

E a battere per questo format, in cui la voce umana è protagonista, sono soprattutto i cuori dei giovanissimi, tra i 18 e i 24 anni.

Altra cosa da notare è che non ci sono vincoli di argomento: dal crime alla storia, dai grandi classici agli argomenti religiosi. Proprio pochi giorni fa papa Francesco ha realizzato il suo primo podcast affidandogli le riflessioni sull’argomento che forse in questo momento lo fa agitare di più: la guerra.

I PODCAST DELL’ANSA

E proprio l’intelligenza artificiale apre scenari futuri che possiamo prevedere solo in parte con il voice cloning, definito nel 1970 semplicemente “digital cloning” dallo studioso nipponico Mashito Mori e oggi potenziato con il Deep Learning.

Secondo Ernesto Di Iorio, ceo di QuestIT “l’artificial intelligence è la soluzione del momento perché, attraverso la clonazione della voce, è in grado di dare voce a progetti, iniziative ed eventi di ogni tipologia.

La tecnologia non deve essere vista come un sostituto della voce naturale, bensì come un aiutante capace di semplificare la vita delle persone, rendendola così più immediata, semplice ed inclusiva”.

Il viaggio alla scoperta delle applicazioni più sorprendenti del voice cloning nella vita quotidiana parte senza dubbio dal campo medico e dai casi in cui a un paziente venga diagnosticata una malattia limitante in grado di compromettere le capacità comunicative: è possibile depositare la voce del paziente in quanto tale e, in un secondo momento, clonarla al fine di regalare alla persona stessa, qualunque sia la sua condizione, la possibilità di parlare utilizzando il suo tone of voice.

Ma ci sono anche il cinema con gli attori, i cui tratti vocali, al termine delle riprese, vengono clonati per archiviarli in occasione di doppiaggi o spot pubblicitari. Oppure in settore dell’insegnamento o dei videogiochi.

Anche nel settore eventi e nel turismo le applicazioni sono numerose.

Ad esempio durante l’ultima edizione del Palio di Siena lo storico telecronista Franco Masoni è stato trasformato in un artificial human inserito in appositi avatar con il compito di rispondere a domande e curiosità dei presenti in merito all’organizzazione e alla storia del tradizionale appuntamento.

ANSA

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