POLITICA

Consiglio dei ministri tra emergenza immigrazione e norme contro chi imbratta

Sul tavolo anche il Def. Multe da 20 a 60mila euro per chi distrugge o deteriora beni culturali

Dovrebbe approdare oggi pomeriggio al Consiglio dei ministri la dichiarazione di Stato di emergenza nazionale in materia di immigrazione.

La decisione, secondo quanto apprende l’ANSA, sarebbe maturata dopo un incontro avvenuto ieri tra i ministri dell’Interno, Matteo Piantedosi, e della Protezione civile e del Mare, Nello Musumeci.

Il governo prepara un disegno di legge con “disposizioni sanzionatorie in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici”.

Il provvedimento, proposto dal Ministero della cultura, entra come integrazione nell’ordine del giorno del Consiglio dei ministri.

Multe da 20 a 60mila euro, più le sanzioni penali, per quanti distruggano, disperdano, deteriorino o rendano “in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali” ed altre sanzioni amministrative, che vanno da 10 a 40mila euro per chi “deturpa o imbratta” questi beni o destina “ad un uso pregiudizievole per la loro conservazione” o “incompatibile con il loro carattere storico o artistico”.

Lo prevede la bozza del ddl oggi in cdm anche per intervenire contro gli atti di eco-vandalismo sulle opere d’arte. Il provvedimento destina i proventi delle multe al Mic in modo che siano impiegati per il “ripristino dei beni”.

Il provvedimento precisa poi che sarà possibile notificare il verbale della multa “entro 120 giorni dal giorno in cui il fatto è commesso” e che è previsto il pagamento della stessa in misura ridotta se viene pagata entro 30 giorni dalla notifica, ma solo per una volta in 5 anni: insomma lo “sconto” non è ammesso a chi se ne sia già avvalso, nei cinque anni precedenti.

Inoltre “per tutto quanto non espressamente indicato” è applicabile la legge di depenalizzazione del 1981 secondo la quale non possono essere applicate multe se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima di aver commesso la violazione.

La previsione delle multe si aggiunge quindi alle pene già previste dal codice per i reati di danneggiamento (reclusione da sei mesi a tre anni) e interruzione di pubblico servizio: lo schema del provvedimento precisa tuttavia che “l’autorità giudiziaria e l’autorità amministrativa tengono conto, al momento dell’irrogazione delle sanzioni di propria competenza, delle misure punitive già irrogate” e che “l’esazione della pena pecuniaria ovvero della sanzione pecuniaria amministrativa è limitata alla parte eccedente quella riscossa, rispettivamente, dall’autorità amministrativa ovvero da quella giudiziaria”.

ANSA

 

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