POLITICA

Rmi e Tis: Cifarelli e Braia , contro il provvedimento dell’Assessore Galella

Presenta interrogazione e l'immediata convocazione in commissione dell'assessore Galella

Il capogruppo del Pd: “Auspichiamo un ravvedimento della decisione della Giunta regionale”

“La decisione del Governo nazionale di ridurre la platea dei percettori di Reddito di cittadinanza a partire dal prossimo mese di luglio e la contestuale decisione del Governo regionale di porre termine alla misura regionale del Reddito minimo di inserimento e dei Tirocini di inclusione sociale rischiano di amplificare il disagio sociale già esistente in Basilicata. Auspichiamo un immediato ravvedimento della decisione della Giunta regionale che rischia di portare alla disperazione migliaia di famiglie lucane che difficilmente potranno essere ricollocate nel mondo del lavoro. Parliamo complessivamente di circa 10.000 famiglie (2.000 tra percettori di Rmi e Tis e 8.000 percettori di RdC) che nel corso del 2023 potrebbero vedere venir meno ogni tipo di sostegno al proprio reddito”.

Lo sostiene il capogruppo del Pd, Roberto Cifarelli che aggiunge: “A questo si aggiunga che le recenti dichiarazioni dell’Assessore Galella, poi, non contribuiscono a chiarire le ragioni per cui con la delibera regionale del 14 dicembre scorso, nel prorogare il Reddito minimo di inserimento, la Giunta ha deciso di rendere incompatibili Rdc con Rmi nonostante la legge regionale istitutiva dell’Rmi prevede esplicitamente la possibilità di integrare le due misure. Per queste ragioni ho presentato un’interrogazione in Consiglio regionale”.

“Infatti – continua – la misura nazionale del Reddito di cittadinanza non impedisce ai percettori di ricevere anche altri tipi di sostegno al reddito salvo il non superamento dei parametri Isee, e l’art. 15 della Legge regionale n. 26 del 2014, istitutiva del Reddito minimo di inserimento, integrata del comma 3 bis attraverso l’art. 25 della Legge regionale n. 41/2020, prevede esplicitamente che la misura ‘non è incompatibile con altre misure promosse a livello nazionale’. Non si comprende pertanto, conclude Roberto Cifarelli, cosa possa significare in termini giuridici quanto dichiarato dall’Assessore Galella che ‘a seguito di interlocuzioni con il Mef (Ministero dell’economia e delle finanze) ed il Mase (Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica), nella definizione della scheda 1MC, relativa alla platea ex RMI, da finanziare nell’ambito della suddetta norma (protocollo di intesa – produzione 2021), si è dovuto inserire la previsione della non cumulabilità con il reddito di cittadinanza delle azioni di inclusione socio-lavorativa platea ex Rmi’”.

Sulla stessa onda  il capogruppo di Iv-RE  che annuncia di voler firmare l’interrogazione presentata da Cifarelli e chiede l’immediata convocazione in commissione dell’assessore Galella

“L’attenzione ai più fragili deve essere accompagnata da politiche di inserimento nel mondo del lavoro, altrimenti continuerà a generare assistenza fine a se stessa. Grave provvedimento della Giunta regionale che avrà un impatto su circa 10.000 famiglie lucane (2.000 tra percettori di Rmi e Tis e 8.000 percettori di RdC) a cui nel 2023 verrà meno questo sostegno importante che è uno degli atti a contrasto del disagio sociale varato da noi della Giunta del presidente Pittella nella precedente consiliatura. Pertanto firmerò anche io l’interrogazione presentata dal collega Roberto Cifarelli e chiedo l’immediata convocazione in II commissione dell’Assessore Galella. Le regole del gioco dei sostegni alle famiglie in difficoltà si potranno cambiare solo quando la Regione Basilicata sarà capace di mettere in piedi un processo di assorbimento di queste figure, soprattutto per chi è ancora in età lavorativa, e di accompagnamento alla pensione”.

Lo dichiara il consigliere regionale Luca Braia, capogruppo Italia Viva – Renew Europe e Presidente della II Commissione Consiliare “Programmazione e Bilancio”.

“Scorretto per la comunità lucana – dice – mettere fine alla misura regionale del Reddito minimo di inserimento e dei Tirocini di inclusione sociale con la delibera regionale del 14 dicembre scorso, che da una parte proroga il Reddito minimo di inserimento, ma poi rende incompatibili Rdc con Rmi, nonostante la legge regionale istitutiva dell’Rmi prevedeva invece la possibilità che le due misure fossero integrabili. La misura, infatti, recita la norma regionale, ‘non è incompatibile con altre misure promosse a livello nazionale’. L’Assessore Galella deve venire, allora, in II Commissione a spiegarci i contenuti delle sue interlocuzione con i ministeri Mef e Mase e le motivazioni di inserimento della previsione di non cumulabilità con il reddito di cittadinanza. Auspichiamo siano state fatte le corrette valutazioni di impatto sociale ed economico per le migliaia di famiglie coinvolte”.

“Il sindacato USB – conclude – ha denunciato che ai soggetti coinvolti – a cui sinora è stato riconosciuto di poter chiedere una integrazione del reddito di cittadinanza – è stato chiesto di firmare una dichiarazione di non ricevere altri sostegni oltre a quello dell’impegno in lavori di pubblica utilità. Assegno per altro già ridotto agli ex TIS da luglio 2022. Ricordiamo che questo di inclusione sociale finanziato dai relativi fondi europei è stato varato dalla nostra Giunta per essere in linea con il dovere di ogni stato comunitario di assicurare una vita dignitosa e forme di reddito normalmente riconosciute in cambio di condizionalità più o meno differenziate”.

 

 

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