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Apple invita filiera a decarbonizzarsi entro 2030

Apple invita la sua filiera globale ad attuare nuove misure per affrontare le proprie emissioni di gas serra e adottare un approccio completo alla decarbonizzazione entro il 2030.

L’azienda lo comunica ufficialmente sulla sua newsroom e spiega che valuterà il lavoro dei principali partner e terrà traccia dei progressi annuali.

“La lotta al cambiamento climatico rimane una delle priorità più urgenti di Apple e momenti come questo danno corpo a queste parole”, dice il Ceo Tim Cook.

L’azienda di Cupertino fa sapere che più di 200 fornitori, che rappresentano oltre il 70% della spesa diretta di Apple in ambito produttivo, “si sono già impegnati a utilizzare energia pulita, come quella eolica o solare, per tutta la produzione Apple. I principali partner della produzione, tra cui Corning Incorporated, Nitto Denko Corporation, SK hynix, STMicroelectronics, TSMC e Yuto, si sono impegnati ad alimentare tutta la produzione Apple con il 100% di energia rinnovabile”.

La società, che dal 2018 utilizza energia rinnovabile per alimentare uffici, negozi e data center in 44 Paesi, intende poi “facilitare la costruzione di impianti solari ed eolici su larga scala in Europa, da 30 a 300 megawatt.

Gli investimenti europei fanno parte della più ampia strategia per far fronte al 22% circa della carbon footprint derivante dall’elettricità consumata dai clienti per ricaricare i propri dispositivi”.

Infine, Apple annuncia tre nuovi progetti attraverso il Restore Fund, un’iniziativa che mira a rimuovere la CO₂ dall’atmosfera e allo stesso tempo generare un ritorno finanziario. Ha investito in tre gestori forestali di alta qualità in Brasile e Paraguay per ripristinare circa 60.000 ettari di foreste certificate in modo sostenibile e proteggere circa 40.000 ettari di foreste, praterie e paludi.

E ha iniziato nuove partnership per promuovere soluzioni climatiche su base comunitaria in tutto il mondo: in Namibia e Zimbabwe collabora con il Wwf; in Cina con la China Green Carbon Foundation; in Kenya con Conservation International; in Europa, Medio Oriente e Nord Africa con ChangemakerXchange.

ANSA

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