MUSICA

Hendrix & co, trofei e cimeli nella casa del rock Nel piacentino un tesoro di 45 mila pezzi che ora cerca spazio

ROMA,  ll flipper Gottlieb del 1969 che Elton John ha tenuto in casa per anni, uno degli anelli di Jimi Hendrix messi in vendita dodici anni fa dalla figlia del suo manager Bob Levine, il basso di Sting, l’amplificatore di Jimmy Page o l’ armonica suonata da Roger Daltrey in Quadrophenia.

C’è l’ imbarazzo della scelta nel campionario di rarità della musica giovane che ha segnato la seconda metà del secolo scorso tra gli oltre 45 mila pezzi raccolti in quaranta anni di ricerche da un cacciatore di cimeli.

La casa dei balocchi del rock è alle porte di Piacenza. Ad aprire questo scrigno agli appassionati e ai nostalgici è Mariano Freschi, che con la sua associazione ‘Made in Rock’ ha il sogno di farne il luogo in cui raccontare quel mondo speciale entrato nella memoria collettiva anche grazie ai tre giorni del Festival di Woodstock del 1969, fusione di note, cultura hippie e non violenza all’ insegna del Peace & Love.

Per farlo, però, lancia un appello per trovare uno spazio di almeno mille metri quadrati rispetto ai 200 della sua casa di San Giorgio Piacentino in cui oggi riesce a mostrare solo il 20/25 per cento della collezione.

”L’ idea – spiega all’ ANSA – non è di aprire un museo dove una volta esaurita la curiosità non si torna più ma di realizzare un vero centro studi italiano per far capire quanto e come il rock abbia influito sulla musica, sulla società e sulla moda. Un luogo vivo in cui presentare libri e dischi, ospitare musicisti che raccontino le loro esperienze.

Freschi, 67 anni da compiere, nato come bassista nelle messe beat degli Anni Settanta e poi di liscio, ha scelto per la sua esposizione permanente 400 oggetti storici tra strumenti, amplificatori, e pedaliere che sono stati sui palcoscenici internazionali più prestigiosi.

Ma anche memorabilia appartenuti alle stelle indimenticabili del rock, e decine di migliaia di fotografie, poster, tour book, picture disc, libri e riviste. Il grosso del materiale – anche per le dimensioni dei muri di amplificatori Marshall e degli impianti comprati alle aste inglesi e americane o dai proprietari – è custodito in due depositi e aspetta di essere esposto.

ANSA

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