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Lonely Planet consiglia i 500 luoghi più belli del pianeta: Matera al 44° posto

Matera al 44° posto tra i cinquecento luoghi più belli del pianeta secondo Lonely Planet. Top ten Italia: città dei Sassi al terzo posto. Di seguito i particolari sulla classifica diffusa dalla nota casa editrice australiana che diffonde guide turistiche in tutto il mondo

Vince Petra, l’enigmatica “città perduta” della Giordania. Sul podio le Galapagos, le isole che hanno cambiato il corso della scienza, e le pareti ondulate dell’Ulura-Kata Tjuta National Park, quelle che al tramonto si accendono d’oro e fanno battere il cuore a chiunque visiti l’Australia. Poi, una dopo l’altra, mete da sogno come il Delta dell’Okavango in Botswana, lo Yellowstone National Park tra il Wyoming, l’Idaho e il Montana negli Stati Uniti, il Lago di Bled in Slovenia, le Cascate dell’Iguazù al confine tra Argentina e Brasile, i Templi di Angkor in Cambogia, il mondo di sale di Salar de Uyuni in Bolivia e il Circuito dell’Annapurna nelle vette del Nepal.

Eccola dunque la top ten dei luoghi più belli del pianeta, la classifica del mondo redatta da Lonely Planet, cinquecento mete illustrate da altrettante foto che rischiano di far girare la testa a milioni di viaggiatori, specialmente in un momento nel quale viaggiare è diventata un’impresa.

“Tutti abbiamo un elenco ideale di luoghi che vorremmo vedere: mete che ci sono state consigliate dagli amici, di cui abbiamo sentito parlare, che abbiamo sognato e che per il momento possiamo solo continuare a sognare”, spiegano nella prefazione i curatori del volume.

“Questo è l’elenco Lonely Planet. Una raccolta di 500 destinazioni più emozionanti, memorabili, interessanti del pianeta classificate in ordine di attrattiva”.

Ma come è nata questa classifica che, c’è da giurarci, troverà tantissime adesioni ma anche – e come potrebbe essere diversamente – pareri molto critici?

Sono state riunite tutte le mete delle guide Lonely Planet che gli autori avevano segnalato come “da non perdere”.

Tra migliaia di proposte è stato poi selezionato un elenco più ristretto e la community Lonely Planet ha votato le 20 destinazioni preferite da ciascuno. Contando i voti si è giunti a un punteggio per ognuna delle top 500.

Le classifiche, si sa, sono sempre opinabili. Difficile proclamare la canzone più bella di sempre, il libro più affascinante, il luogo più bello del mondo. Lonely Planet, dall’alto di quasi cinquant’anni di esperienza, ha deciso di esporsi al rischio.

E nella nuova edizione sono state inserite duecento nuove destinazioni rispetto alla precedente, posti fantastici di recente apertura, siti che sono notevolmente migliorati nel tempo o luoghi che hanno assunto una maggiore rilevanza per il modo in cui viaggiamo oggi.

“Inoltre – spiegano i curatori del volume – è stato inserito un nuovo criterio di valutazione, assegnando un punteggio supplementare alle destinazioni che praticano il turismo sostenibile”.

E l’Italia? Certo, ci siamo anche noi, ci mancherebbe. Sapete qual è il nostro posto più bello, secondo Lonely Planet? La Costiera Amalfitana, 23esima in classifica: “Il mare blu, la tortuosa strada litoranea e le scogliere ricoperte di macchia mediterranea sono semplicemente magnifici”, si legge nella scheda.

Poi, nell’ordine, Pompei (al trentesimo posto), i sassi di Matera (44esimo), il Colosseo (cinquantesimo, e qui si potrebbe discutere…), il Pantheon di Roma, piazza del Campo a Siena (98), il Cervino (107), il Duomo di Firenze (112), gli Uffizi (162), i Mosaici di Ravenna (168), i Musei Vaticani (173), il Lago di Como (182), la Basilica di San Pietro (185… segue dibattito), la Valle dei Templi di Agrigento (196), i trulli di Alberobello (273), Piazza San Marco a Venezia (279).

Al di là della graduatoria, sulla quale ognuno avrà da ridire, resta un volume prezioso per chi ama scoprire il pianeta.

Le schede spiegano le ragioni per cui le destinazioni selezionate meritano la posizione che occupano e non mancano per ogni meta i consigli utili targati Lonely, quelli che solitamente le altre guide turistiche non danno.

“In ogni caso – concludono i curatori – ci auguriamo che il libro possa diventare una fonte di ispirazione per i lettori. Con la speranza che ognuno, alla fine si crei un elenco tutto suo”.

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