Pittella: Affrontare i problemi della sanità privata accreditata
Il presidente del Consiglio regionale della Basilicata ha convocato e incontrato una delegazione di imprenditori della sanità privata accreditata operante sul territorio lucano. “Mi farò interprete dell’esigenza di avviare un dialogo leale e costruttivo"

“Condividerò con il Presidente della Giunta regionale, l’assessore alla Sanità Latronico e i capigruppo di maggioranza gli esiti dell’incontro tenutosi con il mondo della sanità privata accreditata, rappresentando le criticità emerse.
Al contempo, intendo promuovere, insieme al Presidente Bardi e al Governo regionale, un percorso costruttivo finalizzato all’individuazione di una soluzione condivisa”.
Lo dichiara il Presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Marcello Pittella, che ha convocato e incontrato una delegazione di imprenditori operante sul territorio lucano.
Al centro del confronto la questione dei tetti di spesa per le strutture sanitarie private accreditate, definiti per il triennio 2025-2027 dalla deliberazione di Giunta regionale n. 473 del 5 agosto scorso.
Secondo i rappresentanti delle associazioni di categoria presenti all’incontro, Cataldi (USC), Basentini, Caivano e Cannizzaro (Cicas Sanità privata), Roseti (Anisap), Toscani (Federlab), Flovilla (Federbiologi) e Losacco (Aspat Basilicata), tali limiti risultano inadeguati rispetto ai reali fabbisogni del territorio e ancorati a parametri risalenti al 2014.
Nel ricordare che la sanità rappresenta una priorità dell’accordo programmatico sottoscritto da Azione con il centrodestra, Pittella ha sottolineato l’elevato livello di attenzione riservato alle criticità della programmazione sanitaria.
L’obiettivo, ha spiegato, è quello di lavorare congiuntamente all’elaborazione di una proposta normativa in grado di affrontare e risolvere, nel presente e in prospettiva almeno triennale, le principali problematiche del settore.
“Mi farò interprete – ha aggiunto – dell’esigenza di avviare un dialogo leale e costruttivo, indispensabile per giungere a una soluzione politica e amministrativa condivisa ed evitare il ricorso a contenziosi”.
Entrando nel merito, il Presidente del Consiglio regionale ha evidenziato la necessità di scorporare la dialisi dall’ex articolo 25, riconoscendone la natura di trattamento salvavita e sottraendola al limite del tetto di spesa e di unificare le disposizioni degli ex articoli 25 e 26 della legge 833/78, relativi rispettivamente ai servizi di fisiochinesiterapia e tutte le altre branche diagnostiche e servizi di riabilitazione neuromotoria, al fine di superare l’attuale frammentazione e garantire percorsi assistenziali più coerenti e integrati.
Ha, inoltre, richiamato l’attenzione sull’adeguamento delle tariffe dell’ex articolo 25 e sul superamento di una storicizzazione della spesa ferma al 2014.
“È necessario un ascolto attento – ha concluso Pittella – per individuare soluzioni concrete a difficoltà che coinvolgono realtà come la Polimedica e, soprattutto, per assicurare risposte efficaci ai cittadini nell’erogazione dei servizi sanitari.
Occorre una scelta chiara sul ruolo del privato convenzionato, che contribuisce in modo significativo, anche con costi inferiori rispetto al pubblico, a soddisfare una domanda che il sistema pubblico da solo non riesce a coprire. Una valutazione che spetta, evidentemente, alla politica”.
La delegazione, accompagnata dal sindaco di Melfi, Giuseppe Maglione, che ha sollecitato un confronto diretto con il Presidente della Regione, Vito Bardi, per tutelare il diritto alla salute nell’area del Vulture-Alto Bradano, ha espresso apprezzamento per la disponibilità e la sensibilità dimostrate dal Presidente Pittella.
I rappresentanti delle strutture hanno denunciato l’insufficienza delle risorse, la scarsa equità nella loro distribuzione, affidata a un algoritmo, la carenza di pianificazione e, soprattutto, la mancanza di dialogo, trasparenza e assunzione di responsabilità.
Tra le richieste avanzate figurano la copertura finanziaria della dialisi, in quanto terapia salvavita; l’introduzione di soglie minime di sostenibilità per le strutture più piccole e di nuovo accreditamento; un adeguato riconoscimento dei costi legati all’innovazione tecnologica dei laboratori, in costante evoluzione; nonché una rivisitazione in chiave di maggiore riconoscimento economico delle spese fisse che le strutture affrontano, alla luce del significativo aumento dei costi di gestione; e la valutazione del merito delle singole strutture sanitarie sulla base delle performance raggiunte.
