Social vietati agli under 16, il governo britannico esamina il modello Australia

Il governo britannico, guidato da Keir Starmer, ha recentemente aperto alla possibilità di un divieto per legge dei social media per i ragazzi e i bambini sotto i 16 anni, seguendo l’esempio dell’Australia, che è stato il primo paese al mondo ad adottare una misura simile.
L’Australia, sotto la guida del premier laburista Anthony Albanese, ha imposto restrizioni sui social per i minorenni, accompagnate da sanzioni per le aziende che non rispettano le nuove regole.
In passato, Starmer aveva escluso un divieto totale dei social, dichiarandosi “personalmente contrario” a un provvedimento così radicale.
Tuttavia, l’ipotesi di una regolamentazione più severa è stata recentemente rilanciata dalla ministra Lisa Nandy, responsabile della Cultura e dei Media.
Nandy, in un’intervista a radio LBC, ha suggerito che il governo stia valutando attentamente l’approccio australiano, soprattutto alla luce dei crescenti timori riguardo alla “dipendenza” dei giovani dai social e all’influenza degli “algoritmi predatori” che mirano a manipolare il comportamento degli utenti più giovani.
La ministra ha sottolineato che il governo ha raccolto le opinioni di 14.000 esperti ed educatori per redigere una nuova “Strategia Nazionale sui Giovani”, con un focus particolare sull’impatto che l’uso dei social media ha sulle nuove generazioni.
Un portavoce di Downing Street ha aggiunto che lo staff del premier Starmer monitorerà attentamente i risultati delle misure adottate in Australia, con l’intenzione di valutare eventuali sviluppi per il Regno Unito.
Questo dibattito segna un cambiamento importante nel governo britannico, che ora sembra più aperto a esaminare modelli di regolamentazione come quello australiano, in risposta alle preoccupazioni sul benessere digitale dei giovani.
ANSA
