Grignani festeggia 30 anni di Destinazione Paradiso

Durante la presentazione dal vivo della versione celebrativa di Destinazione Paradiso — in uscita il 5 dicembre per commemorare i trent’anni del disco che trasformò Gianluca Grignani in un simbolo per molti giovani — è stato richiesto al pubblico di non utilizzare telefoni, così da ricreare l’atmosfera del 1995.
«L’altro giorno alla radio è partita Falco a metà proprio dopo che mi avevano comunicato l’assegnazione di un riconoscimento importante.
Eppure mi ha toccato di più quella canzone», ha raccontato il musicista durante la conversazione con Paola Gallo. «È questo il sentimento che provo verso Destinazione Paradiso.»
La riedizione del disco presenta una copertina completamente rinnovata. «All’epoca ero sotto un’altra etichetta, molto concentrata sul profitto.
L’immagine che avevano scelto rispecchiava più i loro obiettivi che me. Io ne soffrivo. Ora ho voluto riportare tutto a ciò che ero davvero.
Mi sembra quasi un riequilibrio naturale, una sorta di karma o destino incrociato», ha spiegato. Nel progetto è inclusa anche una versione precedente di Falco a metà, intitolata Libera le ali, oltre a fotografie originali, come un poster in cui il cantautore mostra il dito medio «perché ero stremato dalle sessioni fotografiche».
Ripensando a quegli anni, Grignani ha ricordato anche un Festivalbar in cui «mi sembrava di essere bloccato dietro al microfono, senza poter cantare davvero.
Allora mi sono messo a muovermi intorno alla telecamera perché mi sentivo fuori posto. Volevo far capire che stavamo andando in playback».
Con tono ironico ha aggiunto: «Vasco Rossi mi ripete da una vita che sono ingestibile. C’è una parte di me che non può essere imbrigliata».
E parlando del suo modo di scrivere: «Non sono mai completamente ancorato alla realtà mentre compongo. Sono pratico, sì, ma cerco sempre immagini che colpiscano.
Non voglio impartire lezioni, voglio suscitare reazioni. Destinazione Paradiso non l’ho scritta perché volevo farla finita».
Guardando indietro, ricorda anche il rapporto con la stampa di allora: «A 23 anni mi davano già del maledetto. Alcuni giornalisti avrebbero meritato di essere fermati.
Se avessi dato retta a quelle etichette mi sarei distrutto. Parlano di hype, ma sarei diventato Grignani comunque».
Il suo prossimo lavoro, Verde Smeraldo – Residui di Rock’n’Roll, sarà «il primo capitolo di una trilogia concettuale» in uscita entro aprile: «un disco molto blues, popolare ma non costruito per essere commerciale».
L’artista ha annunciato anche il ritorno alle esibizioni dal vivo con Trident, con due concerti fissati per il 25 maggio all’Alcatraz di Milano e il 27 maggio all’Atlantico di Roma.
Per quanto riguarda Sanremo, il cantautore ha spiegato: «Non ho proposto nessun brano quest’anno. Ne avrei anche, ma nel 2023, con Quando mi manca il fiato, non ho ricevuto nemmeno il premio della critica.
Non ho intenzione di regalare altri pezzi al Festival». E ha concluso: «Ora mi affido più al ragionamento che all’istinto».
ANSA di Gioia Giudici
