Biennale Architettura chiude, boom visite, 298mila biglietti

La Biennale Architettura 2025, intitolata “Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva” e curata da Carlo Ratti, si chiude oggi – 23 novembre – con un risultato straordinario: 298.000 biglietti venduti, pari a una crescita del 5% rispetto al 2023.
A questo dato si sommano le 17.584 presenze registrate nei giorni di anteprima, un contributo decisivo che permette all’edizione 2025 di diventare la più visitata di sempre, superando anche il precedente primato del 2021 grazie all’elevata affluenza nella fase pre-apertura.
Il pubblico si è diviso in modo equilibrato: 50% proveniente dall’estero e 50% italiano. Particolarmente forte la presenza dei più giovani: oltre 84.000 visitatori sotto i 26 anni, pari al 28% del totale.
Al Progetto Categorie Fragili, dedicato all’accessibilità, hanno preso parte 996 partecipanti organizzati in 71 gruppi.
«In questi mesi – ha dichiarato il presidente Pietrangelo Buttafuoco – studiosi, professionisti e famiglie hanno riempito gli spazi delle Corderie dell’Arsenale e dei Giardini della Biennale per vivere, attraverso la mostra concepita da Carlo Ratti, un percorso di conoscenza condivisa.
I lavori esposti e le attività del Gens Public Programme hanno offerto strumenti utili per interpretare la complessità del presente. Il successo è stato eccezionale, nonostante la chiusura del Padiglione Centrale ai Giardini per restauro, che sarà riaperto in occasione della Biennale Arte 2026.
Da oggi questa Mostra Internazionale si consegna al futuro, patrimonio comune di tutte le persone e delle loro intelligenze».
Il curatore Ratti ha aggiunto: «Il tema di quest’anno invita ad attivare ogni forma di intelligenza per fronteggiare il cambiamento climatico.
È urgente fermare il consumo di suolo e adeguare il costruito alle nuove condizioni ambientali, rivedendo gli errori commessi negli ultimi decenni.
Se questi principi entreranno nella pratica professionale in modo concreto nei prossimi anni, allora potremo dire che la mostra avrà raggiunto il suo obiettivo. Nell’era della comunicazione istantanea non basta più esporre progetti: è essenziale creare spazi in cui possa nascere nuova conoscenza».
Il Leone d’Oro alla Carriera e il Leone d’Oro Speciale alla Memoria sono stati assegnati, su proposta del curatore, rispettivamente alla filosofa statunitense Donna Haraway e all’architetto e designer italiano Italo Rota, scomparso il 6 aprile 2024.
All’interno del programma espositivo hanno lavorato anche tre detenuti provenienti dagli istituti penitenziari di Venezia, Padova e Treviso, coinvolti in un progetto pluriennale della Biennale di Venezia in collaborazione con le carceri della città e con l’associazione Seconda Chance, nell’ambito del protocollo ufficiale con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.
Complessivamente sono stati invitati 758 architetti, con 303 progetti in mostra e due progetti speciali presentati in questa edizione.
ANSA