Pensionati Cia-Agricoltori: ancora una volta i pensionati vengono dimenticati

Nella nuova legge di bilancio non ci sono misure adeguate per la categoria. Le rivalutazioni minime, pari a poco più di 7 euro, non compensano minimamente l’inflazione, che continua a colpire beni essenziali come alimentari e sanità.
Così Anp-Cia, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani, che interviene sulla manovra e denuncia: se da un lato si riduce il carico fiscale, dall’altro si ampliano le disuguaglianze.
I benefici vanno alle pensioni medio-alte, mentre per le più basse l’impatto è quasi nullo. Un paradosso che accresce le ingiustizie sociali, come confermano Istat e Bankitalia.
In media 6 pensionati su 10 delle aree rurali lucane sono vicini alla soglia di povertà: un rapporto di gran lunga più allarmante di quello relativo alla media sia regionale che nazionale.
Il rendiconto Inps Basilicata per il 2024 riferisce che sono soprattutto le pensioni di invalidità , superstiti e vecchiaia quelle “più povere” con forti penalizzazioni per le donne coltivatrici pensionate che hanno una differenza di indennità rispetto agli uomini tra 250 e 300 euro al mese.
La risposta dell’esecutivo risulta del tutto insufficiente, soprattutto se si considera il calo del potere d’acquisto delle pensioni.
Uno studio del CER-Centro Europeo di Ricerca commissionato dal Cupla evidenzia come, negli ultimi dieci anni, una pensione lorda di 1.500 euro abbia perso circa 70 euro mensili in termini reali, con riduzioni ancora più consistenti per i trattamenti più elevati. Un impoverimento concreto che pesa sulla vita quotidiana degli anziani.
Sul fronte sanitario, per Anp-Cia si ripete il copione dello scorso anno: le risorse inserite in bilancio sono in gran parte già impegnate per Regioni e personale, lasciando poco o nulla agli investimenti in sanità territoriale, dalla prevenzione alla riduzione delle liste d’attesa.
L’incremento nominale di 2,4 miliardi del Fondo sanitario nazionale avrà effetto per il 2026 soprattutto grazie ai 4,2 miliardi già stanziati con le precedenti manovre, ma in gran parte già destinati ai rinnovi contrattuali.
Le risorse aggiuntive affrontano così solo parzialmente le criticità del sistema: senza ulteriori investimenti, la sanità pubblica potrebbe scendere pericolosamente sotto il 6% del Pil nel prossimo biennio.
Un dato che rischia di produrre uno scivolamento verso un sistema di fatto diviso in due parti: pubblico per chi non può permettersi altro, privato per chi può scegliere.
Ferma anche la piena attuazione della legge sulla non autosufficienza, ancora limitata a sperimentazioni che coinvolgono solo 25 mila anziani ultra-ottantacinquenni. Una misura del tutto inadeguata, in un Paese in cui la povertà assoluta cresce e sempre più anziani rinunciano a curarsi.
Di fronte a tutto questo, Anp-Cia ribadisce il proprio impegno a portare avanti la battaglia per l’aumento delle pensioni minime almeno a 800 euro nette; per un adeguato finanziamento della sanità pubblica; per l’applicazione piena della legge sulla non autosufficienza; per il rafforzamento delle politiche di invecchiamento attivo; per la valorizzazione del ruolo sociale dell’anziano nella società.
Soprattutto, l’Associazione pensionati di Cia chiede con forza a Governo e Parlamento di correggere la manovra, perché una legge di bilancio che ignora i pensionati e indebolisce la sanità pubblica non solo è sbagliata, ma profondamente ingiusta. Servono scelte concrete e coraggiose per restituire dignità ed equità a chi ha lavorato una vita per questo Paese.
