Meloni: ‘In tre anni abbiamo ricostruito l’immagine dell’Italia’

Durante il comizio del centrodestra a Bari, organizzato per sostenere Luigi Lobuono come candidato alla presidenza della Regione Puglia, la presidente del Consiglio e leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha ripercorso i risultati ottenuti dal suo governo e ha risposto alle critiche dell’opposizione.
“Ricordo quando molti dicevano che non saremmo mai riusciti a governare il Paese o che saremmo durati solo pochi mesi. Oggi, invece, siamo il terzo esecutivo più stabile tra i 68 che si sono succeduti nella storia repubblicana. Pochi giorni fa persino il Financial Times ha scritto che l’Europa dovrebbe prendere esempio dall’Italia: in tre anni abbiamo ridato credibilità alla nostra nazione, un tempo considerata il fanalino di coda, e ora punto di riferimento per altri Paesi.”
Meloni ha poi parlato della legge di bilancio:
“Questa è la quarta manovra che presentiamo in tre anni, e vale 18,7 miliardi. L’opposizione la definisce ‘manovrina’ perché ritiene che le risorse siano insufficienti, ma va ricordato che avremmo potuto fare una manovra molto più ampia se non dovessimo ancora gestire i 40 miliardi di crediti legati al superbonus varato dal governo Conte.”
La premier ha anche fatto riferimento al mondo sindacale:
“Abbiamo inserito nella manovra una misura sui rinnovi contrattuali, richiesta proprio dalla Cgil. E cosa fa la Cgil? Proclama uno sciopero generale, di venerdì naturalmente. Sembra che per alcuni la difesa dei lavoratori sia più un pretesto che una priorità reale.”
Sul futuro politico, Meloni ha ribadito la sua intenzione di completare il mandato:
“Rassegnatevi: il mio governo arriverà fino a fine legislatura. Saranno gli italiani, e solo loro, a giudicare il mio operato complessivo. È la democrazia, un concetto che certa sinistra sembra non voler accettare.”
Durante lo stesso evento è intervenuto anche il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, che ha toccato il tema dell’immigrazione:
“L’Unione Europea sta consentendo a un numero eccessivo di migranti, in particolare di fede islamica, di entrare in Italia, mettendo a rischio i nostri valori, la nostra economia e la coesione sociale. Il problema non è la religione, ma il rispetto per la cultura e le regole del Paese che li accoglie. Chi non è disposto ad adeguarsi deve tornare nel proprio Paese d’origine.”
ANSA