CRONACA

Furto al Louvre, presi due della banda ma mancano i gioielli

Secondo la legislazione francese, i sospettati possono essere trattenuti fino a 96 ore prima di essere rilasciati o portati davanti a un giudice per la convalida delle accuse.

Si tratta di ladri altamente qualificati, esperti in furti e rapine ai danni di gioiellerie.

Tuttavia, sembrano agire principalmente come esecutori, su incarico di terzi. Gli investigatori devono ancora identificare sia i complici sia l’organizzazione criminale che avrebbe commissionato il colpo al Louvre, oltre a recuperare i gioielli il cui valore, stimato dal museo, ammonta a 88 milioni di euro.

“Le mie più sincere congratulazioni agli investigatori che hanno lavorato instancabilmente, come avevo chiesto, ricevendo sempre la mia piena fiducia”, ha scritto su X Laurent Nuñez, ministro dell’Interno francese, subito dopo l’annuncio dei due fermi.

“Le indagini devono continuare nel rispetto del segreto istruttorio, sotto la supervisione della procura di Parigi. Procediamo con la stessa determinazione!”

Gli interrogatori ai quali sono sottoposti i due fermati mirano in particolare a far emergere l’identità dei due complici ancora in fuga.

I ladri hanno impiegato appena 7-8 minuti per raggiungere il primo piano del museo tramite il montacarichi sul lato della Senna, riuscendo poi a fuggire.

Tuttavia, erano già consapevoli che gli allarmi avevano avvertito sia la sicurezza del museo sia la polizia. Sotto pressione e con il tempo limitato, non sono riusciti a incendiare tutti gli oggetti che non potevano trasportare sui due potenti scooter predisposti per la fuga, come invece avevano pianificato.

Hanno tentato invano anche di dare fuoco al montacarichi, un tentativo fallito che ha permesso agli investigatori di risalire rapidamente alla sua provenienza: si trattava di uno strumento rubato nei giorni precedenti in periferia a un operaio del settore edile, picchiato e derubato dopo aver messo in vendita l’attrezzatura.

ANSA

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