CRONACA

Aggiornamenti – Concluse le indagini sull’aggressione di Roseto Capo Spulico: quattro giovani fermati

Il 20enne lucano, L.N., è tuttora ricoverato all’ospedale Annunziata di Cosenza in prognosi riservata a causa delle gravi ferite riportate all’addome

ROSETO CAPO SPULICO (COSENZA) – Si sono concluse in tempi rapidissimi le indagini sul grave episodio di violenza avvenuto nella notte tra mercoledì e giovedì scorso nel parcheggio del Parco “Qualità della Vita” di Roseto Capo Spulico. Due giovani, un 20enne originario di Senise (Potenza) e un 19enne di nazionalità rumena, sono stati aggrediti con machete e mazze da baseball da un gruppo di persone. Entrambi lavoravano da tempo in alcuni ristoranti della zona.

Il ragazzo  lucano, L.N., è tuttora ricoverato all’ospedale Annunziata di Cosenza in prognosi riservata a causa delle gravi ferite riportate all’addome. Il 19enne rumeno, B.L., si trova invece ricoverato all’ospedale di Trebisacce, dove è stato medicato per una ferita lacero-contusa al capo e per l’amputazione di un dito della mano. Con loro, al momento dell’aggressione, c’era anche una ragazza di origini cilene, coetanea dei due, rimasta miracolosamente illesa.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Castrovillari e condotte dai Carabinieri della Compagnia di Cassano allo Ionio, guidati dal Capitano Chiara Baione, insieme ai militari della Stazione di Roseto Capo Spulico diretti dal Maresciallo Marco Carafa, hanno portato al fermo di quattro giovani tra i 20 e i 24 anni, tre stranieri e un italiano. I sospettati sono ritenuti responsabili dell’aggressione ai danni dei due ventenni e della ragazza cilena.

Determinanti per l’individuazione dei presunti autori sono state le testimonianze della giovane e del 19enne rumeno, nonché le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nella zona. Dopo la convalida del fermo da parte della Procura, diretta dal Procuratore capo Alessandro D’Alessio, i quattro giovani sono stati trasferiti presso la Casa Circondariale di Castrovillari.

Resta da accertare il movente dell’aggressione, così come le responsabilità individuali dei singoli arrestati. Gli inquirenti stanno lavorando per ricostruire con precisione la dinamica dei fatti e comprendere le ragioni alla base della violenta spedizione punitiva. Le testimonianze delle vittime e gli elementi raccolti finora delineano un quadro accusatorio solido, ma ancora in fase di approfondimento.

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