POLITICA

‘Hamas viola tregua a Rafah, risposta aerea di Israele. Ben Gvir: ‘Riprendere la guerra’

Oggi si sono registrati scontri a Rafah che le autorità israeliane definiscono una violazione del cessate il fuoco. Secondo fonti israeliane, combattenti dell’IDF e miliziani di Hamas sarebbero entrati in conflitto dopo che gruppi armati avrebbero aperto il fuoco contro un mezzo del genio israeliano nella zona di Rafah.

In risposta all’incidente, l’aviazione israeliana ha condotto attacchi sull’area: la rete Al-Arabiya ha riferito che l’IDF avrebbe effettuato tre raid aerei, notizia riportata anche dalla testata israeliana N12.

Un funzionario militare israeliano ha dichiarato all’AFP che i miliziani di Hamas hanno compiuto “molteplici attacchi” contro le forze israeliane oltre la cosiddetta “Linea Gialla”, la linea dietro la quale l’IDF mantiene le proprie posizioni, configurando così — secondo la fonte — una chiara violazione del cessate il fuoco.

Il primo ministro Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Israel Katz stanno ricevendo aggiornamenti sugli sviluppi in una riunione di gabinetto. È in corso una valutazione, a livello politico e militare, per decidere la natura della risposta e l’eventuale prosecuzione delle operazioni nella Striscia di Gaza, con alti funzionari dell’IDF coinvolti nel confronto.

Il ministro nazionalista Itamar Ben Gvir ha lanciato un appello pubblico affinché il governo riprenda operazioni militari su vasta scala nella Striscia.

“Chiedo al primo ministro di ordinare all’IDF di riprendere i combattimenti su vasta scala nella Striscia”, ha detto, secondo quanto riferito dal Times of Israel. Ben Gvir ha poi aggiunto che la convinzione che Hamas possa rispettare l’accordo è «falsa e pericolosa», definendo l’organizzazione con toni estremi e chiedendo la sua completa distruzione.

Da Washington, il Dipartimento di Stato ha avvisato i Paesi garanti dell’accordo di pace a Gaza di una “imminente violazione del cessate il fuoco da parte di Hamas contro la popolazione” della Striscia.

Il Dipartimento ha sottolineato che un attacco pianificato contro civili palestinesi costituirebbe una grave violazione dell’accordo e metterebbe a rischio i progressi ottenuti tramite la mediazione. Ha altresì avvertito che, se Hamas dovesse procedere, “saranno prese misure per proteggere la popolazione di Gaza e preservare l’integrità del cessate il fuoco”.

Hamas, tuttavia, ha respinto le accuse del Dipartimento di Stato e ha difeso le proprie azioni, descrivendo i bersagli come “bande criminali armate e finanziate” legate a Israele e accusandole di uccisioni, rapimenti, sottrazione di camion di aiuti umanitari e aggressioni contro civili palestinesi.

In una nota, l’organizzazione ha affermato che le sue operazioni sono condotte nel rispetto di “chiare norme” e sono necessarie — a loro dire — per garantire la sicurezza a Gaza.

Le autorità internazionali e i mediatori restano in allerta mentre la situazione sul terreno continua ad evolversi; le parti coinvolte mantengono versioni contrastanti sui fatti e sulle responsabilità.

 

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