A Padova ‘Modigliani Picasso’, le voci della modernità

L’immagine in bianco e nero ritrae una decina di opere di Amedeo Modigliani adagiate su un caminetto, appoggiate su una porta chiusa e parzialmente coperte da un tavolo ingombro di carte, probabilmente schizzi, all’interno di una sala di un appartamento parigino degli anni ’50.
Si tratta della casa di Roger Dutilleul (1872-1956), industriale e grande appassionato d’arte, considerato uno dei più importanti collezionisti dell’artista livornese. La foto accoglie il visitatore all’ingresso della sala in cui si trovano gli originali di alcune delle stesse opere, e fa parte della mostra “Modigliani, Picasso e le voci della modernità dal Museo LaM”, in programma a Palazzo Zabarella a Padova dal 16 ottobre al 25 gennaio prossimo (catalogo Giunti).
L’esposizione, organizzata da Palazzo Zabarella-Fondazione Bano e dal LaM (Lille Métropole Musée d’art moderne, d’art contemporain et d’art brut), è divisa in sei sezioni e presenta 65 opere di 30 artisti che hanno segnato i principali movimenti artistici in Francia, dal cubismo di Picasso e Braque fino a Bernard Buffet.
Una panoramica di dipinti che spaziano dai primi anni del Novecento fino al secondo dopoguerra, passando attraverso le avanguardie storiche e le post-avanguardie, con artisti come Fernand Léger, Henri Laurens, Joan Miró e Alexander Calder, ma anche con figure meno conosciute legate al movimento dell’Art Brut, fondato da Jean Dubuffet.
Il museo LaM, situato a Villeneuve d’Ascq, nell’area metropolitana di Lille, è stato inaugurato nel 1983 grazie al lascito di Geneviéve e Jean Musarel, e ospita opere acquistate dal collezionista Jean Musarel e quelle ricevute in eredità dallo zio Roger Dutilleul.
Quest’ultimo, senza un “dogma a priori” sull’arte, è stato un fervente sostenitore del cubismo e, successivamente, di Modigliani, che conobbe nel 1913.
In mostra, sono esposti sei dipinti di Picasso, mentre Modigliani ha una sezione dedicata, intitolata “Un Museo personale”, che include capolavori come Maternità (1919) e Nudo seduto con camicia (1917).
Dal 1999, il museo ha arricchito la sua collezione con una donazione di 3.500 opere d’art brut provenienti dall’associazione L’Aracine.
Un aspetto interessante della mostra di Padova è la sezione che espone artisti meno noti, affiancando Dubuffet e Slavko Kopac a una serie di figure poco conosciute dal grande pubblico. Inoltre, una sala è dedicata alla pittura naif, un tipo di ricerca artistica della prima metà del secolo scorso che conferisce alla mostra una dimensione unica e affascinante.
ANSA
