Il Papa firma il suo primo documento, ‘Dilexi te’

Questa mattina, sabato 4 ottobre 2025, alle ore 08:30, nella Biblioteca privata del Palazzo Apostolico, Papa Leone ha firmato la sua prima Esortazione Apostolica, intitolata Dilexi te – “Ti ho amato”. Alla firma era presente mons. Edgar Peña Parra, Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato. Lo ha riferito ufficialmente la Sala Stampa della Santa Sede.
Il documento, che sarà presentato pubblicamente il 9 ottobre, si concentra – secondo quanto trapela – sul tema della centralità dei poveri nella vita della Chiesa e nel mondo.
Un lavoro che, come segno di continuità, trae origine da un percorso iniziato da Papa Francesco, che concludendo il suo pontificato aveva firmato Dilexit Nos alla fine del 2024. Il titolo stesso del nuovo testo vuole essere un omaggio a questa eredità spirituale e pastorale.
Nei primi cinque mesi del suo pontificato, Papa Leone ha più volte messo al centro il valore degli ultimi e degli emarginati. Il documento potrebbe contenere anche riflessioni su conflitti armati e crisi ambientali, fenomeni che contribuiscono ad aggravare la povertà e le disuguaglianze globali.
Non mancherà, si ipotizza, un appello alla Chiesa perché i poveri non siano solo destinatari di aiuti, ma riconosciuti come protagonisti attivi della comunità ecclesiale.
Papa Leone ha già espresso in diverse occasioni il suo pensiero in merito. Durante la canonizzazione di Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis (7 settembre), aveva sottolineato: “Hanno vissuto l’amore per Cristo non solo nell’Eucaristia, ma anche nel servizio ai poveri, nei fratelli e nelle sorelle”.
Un messaggio ribadito anche nella Messa celebrata il 17 agosto con operatori e assistiti della Caritas diocesana di Albano, dove aveva dichiarato:
“Non esistono distinzioni tra chi assiste e chi è assistito, tra chi dona e chi riceve. Siamo una Chiesa di poveri, in cui ognuno è prezioso, ciascuno portatore di una Parola singolare di Dio. Ognuno è un dono per l’altro.”
Nel contesto del Giubileo, il Papa ha poi lanciato un messaggio forte sulla giustizia economica:
“Questo anno giubilare ci apre alla speranza di una diversa distribuzione delle ricchezze, alla possibilità che la terra sia davvero per tutti.
Ma oggi non è così. Dobbiamo scegliere chi servire: la giustizia o l’ingiustizia, Dio o il denaro. Sperare significa scegliere.”
Durante l’udienza giubilare, ha inoltre messo in guardia dal pericolo dell’inerzia spirituale:
“Chi non sceglie si dispera.
Una delle conseguenze più gravi dell’accidia è l’incapacità di scegliere. È una forma di pigrizia interiore peggiore della morte. Ma sperare è un atto di volontà, è prendere posizione.”
Con Dilexi te, Papa Leone intende dunque tracciare una linea chiara per il suo pontificato: una Chiesa vicina ai poveri, impegnata per la giustizia sociale e capace di scegliere con coraggio tra ciò che costruisce e ciò che divide.
ANSA
