CRONACA

Rubinetti a secco: Anzi e Laurenzana al limite. I sindaci “Così non si può andare avanti”

Un’intera comunità che si sveglia, apre il rubinetto, e non scende neanche una goccia. È diventata una scena quotidiana, quasi ordinaria. Ma non c’è nulla di normale nel restare senz’acqua per giorni interi, specialmente quando le risposte – e le soluzioni – sembrano non arrivare mai.

È questo lo sfogo – lucido ma carico di esasperazione – dei sindaci di Anzi e Laurenzana, Filomena Graziadei e Giuseppe Trivigno, che con una lettera aperta hanno voluto rompere il silenzio e dare voce al malcontento crescente delle loro comunità.

“La popolazione è costretta a rimanere senza acqua per giornate intere – scrivono – e non abbiamo notizie certe per il ripristino del servizio. Acquedotto Lucano non è in grado di darci indicazioni in merito.”

Una denuncia che non nasce da un singolo episodio, ma da una lunga serie di disservizi che, giorno dopo giorno, stanno mettendo in ginocchio due interi paesi. Case senz’acqua, attività commerciali ferme, famiglie costrette ad arrangiarsi come possono.

Le cause? Tecniche, ma le conseguenze sono umane

Alla base del problema, secondo quanto riferito, ci sarebbe il basso livello delle vasche del potabilizzatore di Masseria Romaniello. L’acqua non è sufficiente per far funzionare l’impianto di sollevamento verso il serbatoio di Croce dello Scrivano, nodo nevralgico per l’approvvigionamento idrico dei due comuni.

Una questione tecnica, certo. Ma ciò che i cittadini vivono sulla propria pelle è un disagio tangibile e quotidiano. E soprattutto, c’è una domanda che serpeggia tra le vie dei paesi: come si è arrivati a questo punto?

Serve una soluzione concreta. Subito

I sindaci non si sono limitati alla denuncia. Insieme propongono anche una via d’uscita: ripristinare l’utilizzo delle sorgenti locali, oggi inutilizzate. Una soluzione che potrebbe alleggerire la pressione sull’intero sistema.

“Nelle prossime ore – aggiungono Graziadei e Trivigno – formalizzeremo una richiesta di incontro all’assessore regionale Pasquale Pepe e ai vertici di Acquedotto Lucano per arrivare a una soluzione dei disagi.”

Nel frattempo, Acquedotto Lucano ha attivato un servizio sostitutivo: un’autobotte è operativa ad Anzi, e solo nel pomeriggio – si spera – arriverà anche quella per Laurenzana. Ma è chiaro a tutti che si tratta solo di un cerotto su una ferita più profonda.

Oltre l’acqua, la dignità

Questa non è solo una crisi idrica. È una crisi di fiducia. La sensazione, tra i cittadini, è quella di essere stati dimenticati. Di vivere in una parte di Basilicata che conta meno, che può aspettare.

Ma Anzi e Laurenzana non ci stanno. E attraverso le parole ferme e responsabili dei loro sindaci, chiedono ciò che è loro diritto: acqua, sì. Ma anche rispetto.

Perché l’acqua è vita, e negarla – anche solo per inerzia o cattiva gestione – significa negare la dignità a chi abita questi territori. E nessuno dovrebbe essere costretto ad accettarlo.

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