ANISAP, Federbiologi e Federlab, si apra un confronto serio e costruttivo
l’unico strumento in grado di sbloccare questa situazione

Il presidente di ANISAP Basilicata, Roberto Cicchetti e i presidenti di Federbiologi Antonio Flovilla e Federlab Francesco Toscano, all’indomani della notifica dei tetti di spesa ai centri accreditati da parte dell’Azienda Sanitaria di Potenza, ribadiscono con forza che la DGR 473/2025 dimostra “tutta la sua debolezza in termini di equità e produce, al contrario, effetti opposti rispetto a quelli dichiarati dall’Assessore”.
“I dati – evidenzia la nota – parlano chiaro: in un contesto di risorse limitate – con cui le strutture sanitarie accreditate convivono da anni, erogando oltre il 30% di prestazioni in extra-budget, a beneficio dei cittadini e della Regione Basilicata – risulta ancora più iniquo ed inappropriato l’utilizzo delle stesse risorse secondo i criteri fissati dalla DGR 473.
Non possono essere esclusivamente le sentenze dei tribunali a stabilire il criterio di assegnazione dei tetti di spesa. Così facendo, infatti, si rischia di scollegare i fabbisogni reali del territorio dalle decisioni programmatiche. La conseguenza – a parere di Anisap, Federbiologi e Federlab – è che numerose strutture si vedono riportate indietro la situazione dei tetti di spesa di oltre un decennio, con budget drasticamente ridotti (in alcuni casi più che dimezzati), perdendo così la possibilità di continuare a erogare prestazioni per conto del SSN.
Contrariamente a quanto dichiarato dall’Assessore, la DGR 473 rischia di non garantire pienamente né continuità assistenziale né sostenibilità. Al contrario, i criteri introdotti potrebbero tradursi in una riduzione dell’accesso ai servizi, se non pagando direttamente, da parte dei cittadini, che dovrebbero invece poter esercitare liberamente la scelta della struttura a cui rivolgersi, pur nel rispetto dei limiti stabiliti a livello nazionale.
Se davvero il paziente è al centro del sistema sanitario regionale, come dichiarato, allora occorre spiegare perché non si voglia rinnovare il metodo di assegnazione delle risorse. È necessario – aggiungono le associazioni di categoria – superare criteri puramente economici e ormai obsoleti, sostituendoli con parametri basati su fabbisogno effettivo, capacità di erogazione, qualità organizzativa, tecnologia e complessità dei servizi offerti. Solo così si mettono davvero al centro i cittadini, garantendo loro servizi di qualità.
Va ricordato che le strutture accreditate sono cresciute negli anni perché liberamente scelte dai cittadini, segno della fiducia che la popolazione ha riposto in professionalità, sicurezza e qualità dei servizi offerti. Penalizzarle oggi significa non rispettare quella stessa scelta dei cittadini, che dovrebbe invece essere il fondamento di ogni politica sanitaria.
Difendere la DGR 473 come “inappuntabile” significa difendere un criterio esclusivamente aritmetico, che congela posizioni basate su dati economici storici e non rispondenti alla realtà attuale del territorio. In questo modo si penalizzano proprio le strutture che negli anni hanno investito in qualità, professionalità, sicurezza e innovazione, garantendo standard elevati e risposte tempestive ai bisogni di salute.
Queste realtà virtuose, oggi, rischiano di essere costrette a sospendere le prestazioni ai cittadini. Un paradosso che mette a rischio non solo i livelli di assistenza, ma anche l’occupazione e la dignità di professionisti che da sempre operano con spirito collaborativo e dedizione, a servizio della collettività.
ANISAP Basilicata e le associazioni confederate continueranno a farsi portavoce delle strutture accreditate e dei cittadini, chiedendo con fermezza che si apra un confronto serio e costruttivo, l’unico strumento in grado di sbloccare questa situazione, per correggere una delibera che, così com’è, rappresenta un passo indietro per l’intero sistema sanitario regionale.