CRONACA

Gestione acqua diga di San Giuliano: il lupo perde il pelo ma non il vizio

Dopo oltre un anno di lavori, nei giorni scorsi abbiamo celebrato il ripristino della galleria che porta l’acqua dalla Diga di San Giuliano al ripartitore di San Marco, dove la risorsa idrica viene suddivisa tra la Puglia e la Basilicata.

Con il ripristino dell’erogazione di acqua dalla diga è però ricominciato il balletto della fornitura alla Puglia che viene continuamente ridotta o aumentata senza alcun preavviso o condivisione ma in maniera unilaterale da parte del Consorzio di Bradano e Metaponto. Consorzio che dovrebbe gestire in maniera paritetica le quantità presenti in diga, il 50% alla Puglia e il 50% alla Basilicata, pertanto il “lupo cambia il pelo ma non cambia il vizio”.

A ciò aggiungiamo che il lavoro di ripristino, secondo quanto riportato dalla Gazzetta del Mezzogiorno di Potenza del 13 agosto scorso, è costato 2.4 milioni di euro: peccato però che la stessa opera risulta carente di un giunto di dilatazione all’imbocco della galleria e quindi attualmente c’è una perdita di acqua stimata in 0.5 lt. al secondo.

Per questi motivi, sarebbe utile chiedere a chi ha gestito l’opera come mai pur avendo avuto a disposizione oltre un anno di tempo per approvvigionarsi anzitempo di tale giunto da posizionare al termine dei lavori, questo non sia stato fatto e oggi si registra una perdita di acqua considerevole, in un momento di grave crisi idrica.

Inoltre, vorremmo chiedere alla dirigenza del Consorzio di Bradano e Metaponto che fine hanno fatto i circa 6,4 milioni di metri cubi di acqua presenti in diga alla data 8 maggio 2025 e magicamente scomparsi/volatilizzati alla data dell’8 agosto 2025 (fonte ufficiale Autorità di Bacino) e soprattutto come hanno fatto a essere sottratti alla diga, tenuto conto che la condotta è inutilizzata da giugno 2024.

Misteri circa i quali sarebbe interessante ricevere una risposta: visto che la Puglia è comproprietaria della diga vorremmo sapere dove sono stati utilizzati e soprattutto come sono stati prelevati così tanti metri cubi.

 

A coloro i quali fanno finta di non capire, di non comprendere o di avere la memoria corta, rammentiamo che la Diga di san Giuliano è un’opera realizzata nel Dopoguerra (1950), grazie agli aiuti del Piano Marshall (soldi pubblici), per sbarrare il fiume Bradano e creare un bacino idrico destinato all’irrigazione del Metapontino e della provincia di Taranto.

Con molta probabilità, negli ultimi 20 anni i vari commissari regionali e i dirigenti che si sono succeduti alla guida dell’ex Consorzio Stornara e Tara erano impegnati in altre faccende e sono stati poco attenti a gestire la comproprietà della Diga di San Giuliano.

Il Consorzio di Bonifica della Basilicata, il cui quadro dirigenziale è rimasto quasi immutato, ha quindi gestito in proprio senza alcuna condivisione la risorsa idrica presente nella Diga di San Giuliano.

È giunta l’ora che l’Assessore all’Agricoltura della Puglia e il Commissario Unico dei Consorzi di Bonifica Centro Sud, ai quali vanno tutti i nostri apprezzamenti per l’impegno profuso nel gestire al meglio la stagione irrigua 2024-2025 con le poche risorse idriche a disposizione, si approprino della comproprietà della diga ed entrino nel merito della gestione di una risorsa così importante.

Non possiamo solo essere comproprietari sulla carta e subire passivamente le decisioni della Basilicata.

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