Tredici Borghi del potentino si uniscono per raccontare la Basilicata al Mondo
Tredici comuni uniti in una rete turistica. Ma dov’è finita l’area sud della Basilicata?

Tredici piccoli gioielli del Potentino hanno scelto di unirsi per raccontarsi al mondo. Sant’Angelo le Fratte, capofila del progetto, insieme a Balvano, Bella, Pescopagano, Grumento Nova, Vietri di Potenza, Campomaggiore, Castelmezzano, Pietrapertosa, San Fele, Ruoti, Rapone e Vaglio Basilicata ha firmato un accordo strategico con l’Agenzia di Promozione Territoriale della Basilicata. Lo scopo è chiaro: fare rete per promuovere i Borghi Eccellenti Lucani e attrarre nuovi flussi turistici, nazionali e internazionali.
L’accordo, siglato dal direttore generale dell’APT Margherita Sarli e dal sindaco di Sant’Angelo le Fratte, Vincenzo Ostuni, prevede la creazione di itinerari tematici in grado di valorizzare il ricco patrimonio culturale e paesaggistico di questi territori. Un progetto che punta a un turismo più consapevole, lento, esperienziale e sostenibile.
Le esperienze saranno costruite su misura per diversi tipi di viaggiatori: dagli amanti della natura, a chi cerca borghi autentici e storie vere. Un’iniziativa che – almeno nelle intenzioni – mira anche a rafforzare il tessuto sociale ed economico delle comunità coinvolte.
Eppure, una domanda sorge spontanea: come mai mancano all’appello molti comuni dell’area sud della Basilicata? Dall’area del Pollino fino al Metapontino, sono numerosi i paesi che avrebbero tutte le carte in regola per far parte di questa rete, e che invece sembrano essere rimasti fuori. Una dimenticanza? Una scelta? O magari una semplice fase uno di un progetto che potrebbe – si spera – allargarsi?
Di certo, includere anche il sud lucano significherebbe dare davvero voce a tutto il territorio regionale, completando il mosaico di storie, paesaggi e tradizioni che rendono la Basilicata una terra unica.
“Questa collaborazione – hanno dichiarato Sarli e Ostuni – è un modello strategico per il rilancio del turismo nei piccoli centri, e rappresenta un’opportunità concreta per creare benessere nelle comunità locali.”
E se il futuro del turismo lucano passa dalle reti, che siano allora reti inclusive, capaci di rappresentare tutti i volti di questa regione straordinaria.
R.P.