Scoperta maxi scuderia abusiva nella riserva del Bosco Pantano di Policoro
200 cavalli murgesi su suolo demaniale senza autorizzazioni

POLICORO (MT) – Una vasta area verde, di circa 23.000 metri quadrati, immersa nella natura protetta della Riserva Naturale Orientata del Bosco Pantano di Policoro, si è rivelata teatro di una complessa vicenda di abusivismo edilizio e ambientale. I militari del Nucleo Carabinieri Forestale di Scanzano Jonico hanno individuato, in località Bosco, una scuderia all’interno della quale erano ospitati circa 200 cavalli di razza murgese, allevati in strutture realizzate senza alcun titolo autorizzativo.
L’area in questione, di proprietà della Regione Basilicata e parte del Demanio Idrico, si trova sull’argine sinistro del fiume Sinni, in una zona di elevato pregio ambientale e paesaggistico. Si tratta infatti di un territorio soggetto a molteplici vincoli: paesaggistici, idrogeologici e ambientali. Rientra tra l’altro nella Zona di Protezione Speciale e Zona Speciale di Conservazione (ZPS e ZSC IT9220055), oltre che in un’area classificata a rischio alluvionale secondo il Piano per l’Assetto Idrogeologico.
Dalle indagini è emerso che il titolare dell’allevamento non possedeva alcuna concessione da parte del Demanio regionale per l’occupazione dell’area. Le strutture, numerose e funzionali alla gestione degli animali, risultavano interamente abusive, prive delle necessarie autorizzazioni edilizie, ambientali e sanitarie. Anche il codice pascolo attribuito all’allevamento, secondo quanto accertato, era non conforme alle normative vigenti.
Il proprietario della scuderia è stato deferito all’Autorità Giudiziaria per occupazione abusiva di suolo demaniale, realizzazione non autorizzata di opere in area protetta e per deturpamento di bellezze naturali, in violazione di norme nazionali ed europee a tutela dell’ambiente.
L’operazione si inserisce nel più ampio impegno quotidiano dei Carabinieri Forestali, veri e propri “custodi della natura”, nel preservare paesaggi e territori di eccezionale valore, spesso minacciati da abusi e attività non regolamentate.
Si ricorda che il procedimento è attualmente nella fase delle indagini preliminari e, come previsto dalla legge, l’indagato è da ritenersi presunto innocente fino a sentenza definitiva.