CULTURA E EVENTI

Diario di un dolore: a Polistena lo spettacolo sulle sue possibili rappresentazioni, a cura di Dracma

Il nuovo progetto di Francesco Alberici, con la collaborazione di Astrid Casali – insieme a lui sulla scena – , Ettore Iurilli e Enrico Baraldi, ispirato al testo di Lewis, si interroga sulla possibilità di ripetere, sera dopo sera, la messa in scena di un dramma, non di finzione

Polistena (Rc) 2 dicembre 2025 – L’Auditorium di Polistena si prepara ad accogliere, il 6 dicembre alle 20.45, un nuovo spettacolo di Lo sguardo oltre, la stagione teatrale targata Dracma – Centro di Produzione Teatrale, realizzata grazie al sostegno del Comune di Polistena, la Regione Calabria e il MIC – Ministero della Cultura.

Diario di un dolore, il nuovo progetto di Francesco Alberici con la collaborazione di Astrid Casali, Ettore Iurilli, Enrico Baraldi, è liberamente ispirato all’omonimo testo di C.S. Lewis e all’autoritratto di Franz Ecke, collaboratore della rivista Frigidaire, e ragiona sulle rappresentazioni possibili del dolore rispetto alle intimità di ciascuno.

Prodotto da SCARTI – Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione in collaborazione con Teatro Piemonte Europa – Festival delle Colline Torinesi, Murmuris, Olinda e Lab 121, lo spettacolo vede in  scena  Astrid Casali e lo stesso Alberici, con il disegno luci di Daniele Passeri e le scene curate da Alessandro Ratti.

Un regista invita la sua attrice a lavorare a una messa in scena che affronti il tema del dolore, partendo dal libro di Lewis. La messa in scena dà vita così a numerose domande: come si rappresenta il dolore? Quali sono i limiti del raccontarlo? La propria biografia può diventare materiale scenico senza cadere nella spettacolarizzazione? E come si replica, sera dopo sera, un dramma reale, e non di finzione?

Allontanandosi dalla semplice idea di “mettere in scena Lewis”, il lavoro fa emergere un secondo spettacolo, inatteso, costruito proprio attorno a queste domande. Mentre il mondo ci invita a catturare e narrare momenti di felicità, scopriamo che abbiamo più che mai voglia di parlare di dolore.

«La lucidità di Lewis nel descrivere i suoi moti d’animo, il crollo della fede, l’impossibilità di gestire la memoria del passato che continua ad affiorare alla morte della moglie, è spietata e commovente al tempo stesso» e la sua lettura è stata per Alberici fondamentale per suggerire la direzione dello spettacolo. «Negli ultimi anni avvenimenti personali mi hanno portato a provare in maniera sempre più netta una sensazione di smarrimento continuo, una sensazione di irrealtà nei rapporti con gli altri, col tempo e con le cose». Da qui l’urgenza di interrogarsi sul funzionamento del dolore: quello causato da una perdita, un senso di fallimento o uno smarrimento di vita.

«Le parole del neuropsichiatra Stefano Benzoni mi fanno sperare nel valore politico della scelta di affrontare un discorso – quello sul dolore – rimosso dal nostro lessico quotidiano: oggi non c’è un’epidemia di depressione tra i bambini, ma i dati segnalano un crescente disagio – dice Alberici – Io invito a interrogarci se questa “epidemia di infelicità” non sia invece un’“epidemia di felicità”, cioè una sorta di ingiunzione morale collettiva rispetto al mantra della felicità».

 

“Diario di un dolore” è  un invito ad affrontare le proprie fragilità, trasformando il dolore in possibilità di confronto anziché ignorarlo e nasconderlo, come forse siamo abituati a fare troppo spesso.

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